Libero Donarini. Sileatur, antologica aperta fino al 25 settembre

La mostra Sileatur in corso fino al 25 di settembre presso le sale agello del Museo di Crema, racconta il percorso artistico di Libero Donarini dagli esordi, a metà degli anni ’60, fino alla produzione attuale, descrivendo le tappe di un tragitto che non ha mai mancato di osare, rinnovarsi e stupire. Dall’iniziale figurazione che recepiva gli insegnamenti di Piero della Francesca, Giorgio Morandi e della scuola di Novecento il pittore cremasco ha sviluppato una originale interpretazione della tradizione classica giungendo gradualmente all’astrazione.

Una sensibilità che l’ha portato ad affidare alla pittura un significato metafisico e spirituale. “Il mio desiderio è dipingere il silenzio, dare voce all’eterno che accompagna la vita dell’universo” spiega l’artista cremasco. Le opere più recenti mostrano una riscoperta dell’immagine di natura e del ritratto capaci di esprimere una profonda sapienza delle tecniche antiche. Alla mostra si affianca il catalogo generale delle opere che restituisce il fascino di una vita interamente dedicata all’arte e alla ricerca della bellezza.

La ricerca

Visitare la mostra Sileatur di Libero Donarini significa entrare in un mondo parallelo. Migliore del reale. Perché sulle tele – dipinte quasi tutte con la tecnica della tempera grassa all’uovo (come i rinascimentali hanno insegnato) – la ricerca dell’oltre, dell’infinito, filo conduttore insieme al silenzio, è espressa ovunque, nella sua delicatezza come nella sua perseveranza.

Le opere

Incamminarsi tra i suoi fiori, reali nella forma, ma metafisici nel contenuto con la loro insistente voglia di cielo, è scoprire il privato di Donarini: il suo giardino che da alcuni anni è soggetti privilegiato del suo pennello, gli insetti che lo abitano, dalle libelule alle farfalle. Ma, soprattutto, significa conoscere il suo colore, il suo amatissimo bianco, cromatismo che tutto racchiude e che, sempre e ancora, è capace di donare serenità, ma anche spazialità e silenzio. Così il ramo del melograno o il cornus monarc, come l’iris barbato o il prezioso alchechengi si inseriscono in tele chiare, sfoggiando il proprio sfondo bianco circondato da piacevoli colori che però devono inchinarsi al candore.

Ammiriamo oltre ai fiori e alla natura, i ritratti: qui il colore si fa più classico, scuro alla bisogna, e perfetta la forma. Ci hanno però più colpito i suoi soggetti sacri che, in certo modo, dialogano e sono persino rintracciabili anchenegli amati fiori. Le Annunciazioni a una Madonna bambina, chiare, umili, eccheggianti contesti primaverili o estranei al tempo, colti nella loro esseziale eternità. E ancora le Visitazioni, le Deposizioni, tutti episodi che scivolano con la loro artistica narrazione nella preziosa quotidianità dei fedeli.

Donarini indaga, fa suo, restituisce filtrando il reale nel suo desiderio di differenza che sia o riesca a essere, senza confini.

L’antologica rimarrà aperta fino a domenica 25 settembre con i sguenti orari: martedì: 15-19, da mercoledì a domenica e festivi 10-12.30 e 15-19.