Ex scuola CL. Sul milione palla al Tribunale di Milano

scuola cielle
Foto di repertorio

“Il Comune di Crema, con soddisfazione, apprende dal legale incaricato avvocato Alberto Borsieri che, con ordinanza depositata in data odierna, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno confermato la tesi dell’Amministrazione circa la competenza del Tribunale di Milano a giudicare la legittimità del comportamento tenuto dalla Regione Lombardia in merito alla nota vicenda relativa alla Fondazione Charis”. Così apre il comunicato inviato dall’ufficio del sindaco della Città di Crema relativo alla costruzione della scuola mai giunta a destinazione e rimasta un incompiuta che sta costando al Comune un milione di euro.

Il caso
Come si ricorderà “la Regione – prosegue la nota stampa – aveva concesso un contributo di 1.000.000 di euro al Comune per la realizzazione di un plesso scolastico, importo che il Comune aveva a sua volta erogato alla Fondazione Charis che doveva realizzare l’intervento. A seguito della messa in liquidazione della Charis la Regione attraverso una serie di compensazioni aveva preteso la restituzione del contributo direttamente dal Comune di Crema, per quanto lo stesso lo avesse già girato alla Fondazione”.
L’amministrazione comunale cittadina “ritenendo illegittimo il comportamento della Regione, aveva promosso un’azione innanzi al Tribunale di Milano. Il Tribunale prima e la Corte d’appello di Milano poi avevano tuttavia ritenuto, pur senza entrare nel merito della vicenda, che il Comune avrebbe dovuto rivolgersi al TAR e non al giudice ordinario per far valere le proprie ragioni. Il Comune ha impugnato tali statuizioni e ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione, la quale ha definitivamente stabilito che il Tribunale di Milano, e non il TAR, è effettivamente il giudice competente ad esaminare la questione rimettendo le parti innanzi al medesimo per entrare nel merito della controversia”.

Palla al Tribunale di Milano
Il Tribunale di Milano viene dunque ora chiamato a verificare concretamente le ragioni delle parti e in particolare “la legittimità dell’operato della Regione e dunque la pretesa di recuperare dal Comune, e non dalla Charis, il contributo di un milione di euro a suo tempo riconosciuto per la realizzazione del polo scolastico da allora rimasto incompiuto”.