Coro C. Monteverdi. La musica sacra di Francesco Cavalli

Il Coro “C. Monteverdi” di Crema ha portato a compimento il penultimo capitolo della produzione sacra del compositore cremasco Francesco Cavalli e, reduce da una settimana di registrazioni, sabato 25 giugno nella chiesa di San Bernardino-auditorium “B. Manenti” ha potuto esprimere il frutto delle ultime fatiche di musicisti, coristi, solisti, diretti da Bruno Gini.

La musica sacra di Cavalli

Poco dopo le ore 21 e le parole di don Natale Grassi Scalvini, presidente del Centro Culturale Diocesano “G. Lucchi”, il piccolo gruppo strumentale e i solisti hanno eseguito un insieme di quattro brani di musica sacra di Cavalli. Questi hanno messo in evidenza la ricchezza d’idee del compositore cremasco e la sua potente propensione teatrale, rinvenibile pure in un repertorio che esprime in maniera così intensa la devozione dei fedeli nel Seicento, periodo nel quale la liturgia aveva toni solenni che Cavalli ha saputo rendere sorprendenti grazie alla ricchezza di ritmi e di piani sonori creati dalla sua scrittura.
Un’apparente facilità di accenti che in realtà ha impegnato molto nello studio e nell’ensemble di suoni e colori gli strumenti e le voci.

Il concerto, il programma

Grande lavoro all’organo per Nicola Dolci, che ha sostenuto con precisione tutto l’apparato musicale, affiancandosi alle voci e uniformando il discorso strumentale, completato da Pierfrancesco Pelà e Mauro Spinazzè (violini), Marco Angilella (viola da gamba), Mario Filippini (violone). Nel Salmo Beatus vir quasi una rappresentazione teatrale di forte espressività, dove è apparsa riconoscibile la scuola di Monteverdi. Interventi solistici narrativi, alternati a commistioni morbide di timbri, con tocchi frizzanti degli archi.
La preghiera come fulcro del successivo Deus tuorum militum, con la parola sempre in evidenza pur nel gioco della concertazione e dopo l’ingresso di Jacopo Facchini (alto), Matteo Magistrali (tenore), Paolo Tormene (tenore) e la bella voce di basso di Alessandro Ravasio, si è unito il soprano Cristina Fanelli per Exultate orbis dai suggestivi passaggi. L’elaborazione della scrittura si è fatta ancora più fitta con In convertendo, pagina alla quale si è unito il mezzosoprano Marta Fumagalli.
È seguito un intermezzo strumentale costituito dalla Canzon a 3 dello stesso Cavalli, vivace ed elegante momento nel quale ogni strumento ha avuto modo di emergere con la propria peculiare voce, nonostante la prevalenza dei violini. La seconda parte è stata dedicata ad alcune pagine del cremonese Monteverdi; affidata al coro la brillante Cantate Domino, con un intreccio vocale ad effetto, in un’esplosione di gioia seguita dal più meditativo e raccolto Adoramus Te, Christe.

Il finale

In conclusione le Litanie alla Beata Vergine Maria, che hanno coinvolto anche i solisti in un suggestivo incipit, prima della sequela di invocazioni divise fra coro e voci soliste, in un’alternanza di veloci sillabazioni e sovrapposizioni di linee vocali che hanno creato immagini di forte evidenza.
La trascrizione e revisione è stata di Antonio Nobili, mentre l’elaborazione del basso continuo, le ornamentazioni vocali e strumentali di Massimo Loreggian. Come bis è stato riproposto Cantate Domino e molti applausi sono andati al maestro e a tutti i protagonisti della serata, per un programma che avrebbe meritato un maggior numero di spettatori.