Perché così tanta presenza dei Fantoni a Crema, da molti sconosciuta?
È stato illustrato questa mattina nella presentazione del volume I Fantoni a Crema da parte dell’autrice Lidia Rigon, conservatore della Fondazione Fantoni di Rovetta che ha patrocinato il volume. L’incontro è avvenuto nella sala dell’oratorio di San Giacomo ed è stato guidato da Vincenzo Cappelli presidente della Pro Loco di Crema.
L’autrice ha spiegato che i Fantoni sono una dinastia di cui Andrea era il capo-bottega nel periodo in cui lavorarono a Crema. A del tempo erano ben sette fratelli all’opera, tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700. Lavoravamo il legno e poi anche del marmo quando si diffuse il barocco.
I Fantoni arrivano a Crema, perché lavoravano ad Alzano e si fecero conoscere dalla borghesia locale tra cui la famiglia Barzizza. Nel furono clienti privati equando Pietro diventò podestà di Crema (1707-1709) vi portò i Fantoni.
LE OPERE IN CREMA
La Rigon ha illustrato alcune opere presenti nella nostra città. Innanzitutto le bellissime due statue della chiesa delle Grazie, provenienti dalla distrutta chiesa di Santa Caterina.
Sono le statue di Maddalena penitente e di San Giovanni Battista, ispirate al Bernini, ma con una visione più intima.
Poi le opere presenti nella chiesa di San Giacomo, in particolare l’altare della Natività, con equilibrio tra marmi scuri e bianchi. Bellissima la medaglia in marmo bianco nella facciata dell’altare.
Alla Ss. Trinità, dei Fantoni sono l’altare costruito per la chiesa precedente. Splendidi, in particolare gli angioletti che ornano l’altare stesso.
La pagina più interessante della ricerca riguarda l’altare di San Pantaleone in duomo. Altare proveniente forse da altra sede e probabilmente fantoniano. Lo dimostrerebbero alcuni documenti reperiti a Rovetta. Ma dei Fantoni è anche la bellissima Medaglia che si trova sulla facciata dell’altare della Madonna della Misericordia. A Rovetta è stato trovato il suo modello in terracotta (1714).
Le ricerche non sono comunque terminate. Anzi bisogna implementarle perché esiste la possibilità di nuovi ritrovamenti.
Dopo la conferenza la Rigon e Cappelli hanno guidato il gruppo di partecipanti alla visita delle opere illustrate nelle quattro chiese della città.