Forestale. Rifiuti da denuncia per un allevatore di suini

Carcasse ed ossa  di suini abbandonate come rifiuti nel liquame anch’esso illegalmente sparso sul terreno retrostante l’allevamento, vitelli morti bruciati insieme ad ingenti quantitativi di ramaglie, rifiuti speciali accatastati e abbandonati vicino alle strutture produttive oltre alle consuete attività di monitoraggio e prevenzione ambientale, hanno, nella trascorse festività Pasquali, particolarmente impegnato i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Crema avente  sede nella struttura della  Compagnia Carabinieri Crema di via Macallè e coordinata dal Gruppo Carabinieri Forestale  Mantova.

Carcasse in decomposizione e date alle fiamme

“Un allevatore di suini dell’Alto Cremasco – spiega il Comandante Alberto Ricci – è stato deferito alla Autorità Giudiziaria in quanto, nelle pertinenze della struttura, è stata accertata una consistente quantità di rifiuti di varia tipologia e il piazzale all’interno dell’azienda era oggetto costante di impaludamento di liquami. Nel liquame a terra solidificato i Carabinieri della Forestale congiuntamente al Servizio Veterinario Ats Valpadana, hanno rinvenuto carcasse di suini in avanzato stato di decomposizione insieme a ossa disperse; contestata anche l’assenza del previsto piano di utilizzazione agronomica. Dai primi accertamenti non risultano documentabili e tracciabili le gestioni delle carcasse di suini. Sono state inoltre rilevate sostanziali carenze strutturali e igienico-sanitarie anche all’interno dell’allevamento tuttora al vaglio degli enti accertatori”.

L’Alto Cremasco è stato il teatro anche di un altro tempestivo intervento dei Cc Forestali di Crema con la stretta collaborazione dei Vigili del Fuoco chiamati a domare un rogo di ramaglie fuori controllo. “Oltre ad accertare l’illecito abbruciamento e l’assenza di vigilanza al fuoco, i militari hanno rinvenuto, tra il materiale parzialmente combusto, anche resti di vitelli così da confermare l’illegale smaltimento delle carcasse”.

Rischi non solo per l’ambiente

Dal Gruppo Carabinieri Forestale Mantova si sottolinea che la non corretta gestione aziendale dei rifiuti speciali, con particolare riguardo a quelli organici (carcasse in primis), oltre a nuocere all’ambiente “è causa di attrazione e contestuale atteggiamento ‘confidente’ alle aree antropizzate di carnivori selvatici (lupi, volpi ed eccezionalmente cinghiali) e dei correlati episodi di procurato allarme della cittadinanza”. Mentre in ambito suinicolo “le carenze strutturali, igienico sanitarie e più in generale le non corrette o non attuate misure di biosicurezza, anche se di un solo operatore, innalzano la potenziale esposizione al rischio PSA (Peste Suina Africana) dell’intera filiera”.

Sanzioni e pene severe

Il Comando dei Cc Forestali, in merito alle sanzioni e alle pene, fa sapere che il deposito incontrollato rifiuti può portare, se effettuato da imprese economiche o titolari di Enti, all’arresto da tre mesi a un anno o all’ammenda da 2 600 a 26 000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi oppure congiuntamente con arresto e ammenda di uguale entità se si tratta di rifiuti pericolosi; l’utilizzo di liquami fuori da normativa porta a multe da 5.000 a 10.000 euro o all’arresto sino a un anno di pena; la combustione di residui vegetali in cumuli superiori a 3 metri steri può comportare sanzioni amministrative da 102,60 a 615,60 euro, così come l’omessa custodia e l’assenza di controllo all’abbruciamento.