Terza e ultima serata degli esercizi spirituali al popolo, predicati dal vescovo Daniele in cattedrale alle ore 21.
Il tema di questa terza riflessione è stato: Una Chiesa che è capace di convertirsi. E, al proposito, è stata letta l’ultima parte dell’episodio della conversione del centurione Cornelio, narrata dagli Atti degli Apostoli (11,1-18).
Dopo la riflessione del vescovo, la presentazione della figura di Dorothy Day e della sua testimonianza di vita.
Gli Atti raccontano le proteste degli apostoli e dei fratelli di Gerusalemme nel confronti di Pietro che era entrato in casa di pagani; proteste calmate da Pietro con il racconto di quanto Dio gli aveva detto e della discesa dello Spirito Santo sui pagani stessi.
Nel commento mons. Gianotti ha fatto alcuni rilievi. Inanzitutto che Pietro si ferma poco nella casa di Cornelio… bisogna partire presto per continuare l’annuncio. Ma quando arriva a Gerusalemme qualcuno aveva già portato la notizia della conversione del centurione distorcendola. Pietro viene quindi criticato.
“Quante volte anche oggi – ha sottolineato il vescovo – le notizie riguardati la Chiesa e del papa vengono distorte!”
Al centro del racconto degli Atti c’è una conversione della Chiesa, nella persona di Pietro che ha rischiato di porre impedimento a Dio. “Quante volte La comunità cristiana rischia di ostacolare il disegno di salvezza di Dio. E il Signore vuole convertire la Chiesa perché non si adagi nella consuetudine, sappia ascoltare gli altri. Insomma, la conversione la dobbiamo innanzitutto vivere noi, prima degli altri.”
Il vescovo ha fatto poi notare come Pietro sia stato criticato anche per essersi seduto a mensa con i pagani e per aver mangiato i loro cibi che magari venivano da animali immolati agli dèi pagani.
La comunione della mensa era centrale per le prime comunità cristiane (già Gesù era stato criticato di sedere a tavola con i pubblicani). “Noi oggi – ha commentato mons. Gianotti – siamo sicuri di esprimere una fraternità vera nel nostro mangiare insieme? Siamo capaci di sopportare le differenze? Capaci di rimediare i dissidi? Capaci di camminare insieme, nell’ascolto reciproco?”
DOROTHY DAY
È seguita la presentazione della figura di Dorothy Day, giornalista statunitense che da protestante si è fatta cattolica nel 1927. Poi, insieme a Peter Maurin, ha fondato il Catholic Worker Movement nel 1933, iniziato con la pubblicazione del giornale Catholic Worker. Fece la scelta pacifista che sposava la nonviolenza e l’ospitalità per i poveri e i diseredati. Per Dorothy è in corso il processo di beatificazione.
Papa Benedetto XVI ha parlato di Dorothy nella sua ultima udienza prima delle dimissioni: “La capacità di contrapporsi alle lusinghe ideologiche del suo tempo per scegliere la ricerca della verità e aprirsi alla scoperta della fede è testimoniata da una donna del nostro tempo, la statunitense Dorothy Day, caduta nella tentazione di risolvere tutto con la politica, aderendo alla proposta marxista, ha poi trovato la fede in un ambiente così secolarizzato tanto ad arrivare ad una consapevole adesione alla Chiesa, in una vita dedicata ai diseredati.”
Sono stati letti alcuni testi in cui la Day racconta della sua testimonianza di cattolica donata ai poveri, non sempre compresa. Ma per lei tutti gli uomini erano fratelli!