Ucraina: rifugiati anche a Crema

I ragazzi e la mamma con il suo bambino fuggiti dall'Ucraina e arrivati a Crema. Con loro le due nonne

Preghiera ecumenica per la pace in Ucraina, oggi pomeriggio in cattedrale, con il vescovo Daniele e tre rappresentanti di altre confessioni cristiane sorelle, tra cui quella ortodossa ucraina.
Molti gli ucraini presenti alla celebrazione, tra cui alcuni fuggiti nei giorni scorsi in Italia. Li abbiamo ascoltati.
Sono i nipoti di due nonne già a Crema da anni: tre ragazzi e un loro cuginetto, la figlia e il suo bimbo, ancora in carrozzella. Sono partiti dall’Ucraina il 28 febbraio e sono arrivati in Italia giovedì, dopo aver trascorso un giorno in Polonia.
“Siamo partiti da Leopoli (una città vicina al confine con la Polonia, ndr) – raccontano – e siamo arrivati a Cracovia. E da qui siamo venuti in Italia. Da Leopoli siamo arrivati con un pullman; da Cracovia, con due pulmini, abbiamo raggiunto Mestre in Italia. Infine abbiamo preso il treno per arrivare Crema, dalle nostre nonne.”

Com’è la situazione nella vostra regione?

“A Leopoli la situazione è così così, però è molto brutta. Non si combatte ancora, ma siamo molto preoccupati. Suonano sempre le sirene. La gente scappa. Dormono ogni notte con i vestiti addosso, coprendosi con una coperta, in modo da essere pronti a uscire di casa appena suona l’allarme e fuggire nei rifugi. Lavorano fino alle 4 di notte per aiutare tutti i soldati che combattono.” 

L’ospitalità dell’amica Maria

In Italia sono venute solo le donne con bambini e ragazzi, fino ai 17 anni, non gli uomini. Dai 18 anni, infatti, gli uomini non possono più uscire dal Paese, perché devono andare a combattere con i soldati.
“Adesso siamo ospitati in casa dalla nostra amica Maria qui a Crema, in città. Lei è andata vivere nell’appartamento di sopra con suo figlio e ha lasciato la sua casa, di sotto, a tutti noi. Una donna che ha un grande cuore: non è una persona, ma un pezzo di pane!”

Siamo tutti figli dell’Ucraina

Adesso la speranza di tutti è di tornare in Ucraina al più presto. “Vogliamo tornare dai nostri padri. Mio genero – racconta una nonna – era in Polonia e il primo giorno della guerra l’ha lasciata ed è tornato in Ucraina. ‘Io vado in Ucraina a combattere con tutti i soldati’, ha detto. Mia figlia gli ha risposto: ‘Eri già in Polonia potevo raggiungerti!’ E lui: ‘No assolutamente no, se devo morire a quarant’anni, sia così’. Siamo tutti figli dell’Ucraina e dobbiamo andare a combattere: non devono essere i piccolini a morire.”

L’accoglienza

Ora aspettano altri ucraini, che arriveranno presto a Crema e chiedono la disponibilità di appartamenti per accoglierli. Facciamo appello anche noi a chi avesse disponibilità, per mettersi a disposizione.
Ai bimbi, ai ragazzi e alle loro mamme l’augurio più sincero e caloroso di tornare al più presto in una Ucraina in pace!!!   

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