Cremasco. Violenza sessuale, scagionato dopo 12 anni

È stato assolto per non aver commesso il fatto 12 anni dopo essere stato indicato come il possibile autore di una violenza sessuale. Una giovane prostituta romena lo aveva infatti indicato come l’uomo che nella campagna cremasca l’aveva stuprata. Malcapitato protagonista della vicenda un muratore di origine albanese da anni residente a Como con la famiglia. I giudici del Tribunale di Cremona hanno stabilito che non è stato lui ad appartarsi con la donna, che nel frattempo è deceduta in Romania, abusando di lei. A scagionare l’uomo è stato un tatuaggio, quello che la vittima dell’aggressione aveva detto di aver visto sul braccio sinistro dell’imputato. Davanti ai giudici l’accusato a mostrato di non averne mai avuto uno.

Era l’estate del 2010 quando avvenne la violenza. Un uomo soccorse una donna che era stata stuprata. Alle Forze dell’Ordine la vittima dell’abuso raccontò quanto le era accaduto. Partirono le indagini che portarono al muratore albanese, che in quel periodo stava lavorando nel Cremasco, per la compatibilità tra il Dna rinvenuto sui fazzolettini trovati sul luogo del misfatto e il profilo genetico dell’accusato. La descrizione resa dalla donna del suo aggressore, però, non combacia con l’imputato che aveva ammesso di aver avuto rapporti con prostitute sempre consenzienti. L’uomo è stato scagionato da ogni accusa. Entro 90 giorni sarà depositata la sentenza.