“Ho ancora molta adrenalina addosso. S’è avverato un sogno, sono stata ripagata dopo un sacco di sacrifici fatti nella mia carriera. È l’evento a cui uno sportivo ambisce di più”. È al settimo cielo la ballerina cremasca Gloria Ferrari al ritorno dalla Cina, dopo la straordinaria esibizione nella cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino, “in uno stadio gigantesco, per interpretare un numero molto elegante, essenziale. Fin dall’inizio di questa avventura non mi sembrava vero. Rappresentare il proprio paese in un evento così unico come le Olimpiadi. Un’emozione indescrivibile, una responsabilità grande, un’opportunità che – insiste –, ha colmato tutti i sacrifici fatti”.
La ballerina cremasca insieme al collega Christian Pace ha danzato durante il Flag Handover Milano Cortina 2026 sulle note di Dardust in una coreografia curata da Erika Silgoner con la regia di Nikos Lagousakos. I corpi inizialmente lontani dei due danzatori rappresentavano le essenze della natura di Cortina e della città di Milano per unirsi al centro e danzare uniti (a piedi nudi), senza danneggiarsi.
Gloria ha iniziato a danzare all’età di 7 anni “come una qualsiasi bambina. Per me la danza era un gioco, un’occasione per esprimermi, per sfogarmi”. Ha continuato nella scuola il ‘Mosaico dance & arts school’ di Sergnano con la direzione di Silvia Illari che l’ha aiutata, spinta a direzionarsi verso il percorso accademico del Mas Music art & show di Milano. Da lì il professionismo.
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