Papa Francesco a Cipro: Uniti nel Mare Nostrum

Nella cattedrale maronita di Nostra Signora delle Grazie a Nicosia il Papa incontra sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali di Cipro

Il 35° viaggio apostolico a Cipro e in Grecia di papa Francesco è cominciato giovedì. Prima tappa, Cipro. All’aeroporto di Larnaca, è stato accolto dalla presidente del Parlamento, Annita Demetriou – la prima donna a ricoprire questo incarico nel Paese – e da tre bambini che gli hanno offerto dei fiori. 

Poi il trasferimento alla cattedrale maronita di Nostra Signora delle Grazie a Nicosia, distante circa 50 chilometri. Alle 16 (le 15, ora di Roma) l’incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, catechisti, associazioni e movimenti ecclesiali di Cipro. Qui papa Francesco ha pronuncia il suo primo  discorso. 

Prima il saluto del card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia, che ha tracciato la storia dell’isola, con la presenza millenaria dei Maroniti. Poi il saluto di suor Antonia Piripitsi, Francescana del Sacro Cuore che ha ricordato l’invasione turca del 1974, “una pagina drammatica nella plurisecolare convivenza pacifica tra la popolazione greca-cipriota cristiana e turco-cipriota musulmana.”

Papa Francesco nel suo intervento ha lanciato un primo appello: “Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica: è una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità. Abbiamo bisogno di una Chiesa fraterna che sia strumento di fraternità per il mondo”. E ha reso omaggio all’isola: “Qui a Cipro esistono tante sensibilità spirituali ed ecclesiali, varie storie di provenienza, riti e tradizioni diverse; ma non dobbiamo sentire la diversità come una minaccia all’identità. Siete immersi nel Mediterraneo – ha fatto notare Francesco – un mare di storie diverse, un mare che ha cullato tante civiltà, un mare dal quale ancora oggi sbarcano persone, popoli e culture da ogni parte del mondo. Con la vostra fraternità potete ricordare a tutti, all’Europa intera, che per costruire un futuro degno dell’uomo occorre lavorare insieme, superare le divisioni, abbattere i muri e coltivare il sogno dell’unità”.

Alla preghiera è seguita, alle 17.45, la visita di cortesia al presidente della Repubblica Nicos Anastasiades, nello studio privato del Palazzo presidenziale. L’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico che si è tenuto invece nella Ceremonial Hall del Palazzo presidenziale, alle ore 18.

Una perla di grande valore nel cuore del Mediterraneo”, la cui bellezza “deriva dalle culture che nei secoli si sono incontrate e mescolate” e dai tanti popoli e genti che “con diverse tinte, compongono la gamma cromatica di questa popolazione”. Così il Papa ha definito Cipro, nel discorso rivolto alle autorità, in cui ha citato in particolare la “presenza di molti immigrati, percentualmente la più rilevante tra i Paesi dell’Unione Europea”. “Custodire la bellezza multicolore e poliedrica dell’insieme non è facile”, ha ammesso Francesco: “Richiede, come nella formazione della perla, tempo e pazienza, domanda uno sguardo ampio che abbracci la varietà delle culture e si protenda al futuro con lungimiranza. È importante, in questo senso, tutelare e promuovere ogni componente della società, in modo speciale quelle statisticamente minoritarie”.

Alle autorità cipriote, incontrate nel Palazzo presidenziale di Nicosia, ha lanciato un triplice appello: “Non si lasci prevalere l’odio – ha affermato – non si rinunci a curare le ferite, non si dimentichi la situazione delle persone scomparse. Ci sia di riferimento il Mediterraneo ora purtroppo luogo di conflitti e di tragedie umanitarie. Nella sua bellezza profonda è il mare nostrum, il mare di tutti i popoli che vi si affacciano per essere collegati, non divisi. Il continente europeo ha bisogno di riconciliazione, di unità, di coraggio per camminare in avanti.”