Covid. Monitoraggio dell’Ats Val Padana: 89 positivi nelle scuole del territorio

I test salivari in una scuola primaria cremasca

Crescono i contagi da Covid-19 nelle scuole della Provincia di Cremona, ma i numeri rimangono comunque contenuti rispetto a un anno fa. Questo non significa che possiamo “stare tranquilli”, al contrario si devono mantenere elevati comportamenti di prevenzione e continuare “a correre” con la vaccinazione, arma che – basta saper “leggere” i dati – è fondamentale nella lotta alla pandemia.

89 positivi tra gli studenti

I numeri provinciali sono stati diffusi ieri l’altro dagli operatori del Gruppo Scuola dell’Ats della Val Padana, coordinati dalla dottoressa Laura Rubagotti e impegnati in attività di sorveglianza sanitaria in ambito scolastico.
I dati, dunque. Nella settimana dal 15 al 21 novembre ci sono stati sul territorio provinciale 89 alunni positivi su una popolazione scolastica (da 3 a 18 anni) di 49.331 bambini e ragazzi. Nella settimana precedente (8-14 novembre) gli alunni positivi erano 62, mentre nella prima settimana del mese il totale si era fermato a 28: la crescita dei contagi è, quindi, evidente. La suddivisione degli 89 positivi registrati dal 15 al 21 novembre è la seguente: 17 nelle scuole dell’infanzia, 47 nelle primarie, 14 nella secondaria di primo grado e 11 nella secondaria di secondo grado (in totale le scuole sono 359). Le classi isolate sono 27, gli alunni isolati 442. Il tasso di positività tra gli studenti è allo 0,18%.
Per quanto riguarda il personale scolastico, invece, i positivi sono 14 (su un totale di 6.138) e gli isolati 8, con un tasso di positività dello 0,23%.

Test salivari

Continua da parte dell’Ats anche il monitoraggio della circolazione del Covid nelle scuole primarie e secondarie di primo grado mediante il test salivare. Nel periodo tra l’8 e 21 novembre – in cui il test ha interessato soprattutto le scuole cremasche – ci sono stati 3 positivi alla primaria e 1 alla secondaria di primo grado. C’è da dire, però, che non tutti gli studenti invitati hanno aderito al test con tampone salivare.

Situazione migliore rispetto a un anno fa

“L’incremento dei nuovi casi – commenta la dottoressa Rubagotti – è evidente ed è dovuto a vari fattori, ma diciamo subito che la situazione è nettamente migliore rispetto a un anno fa, quando eravamo molto maggiormente inguaiati nonostante le misure restrittive più marcate e diverse classi in didattica a distanza. Oggi invece gli adolescenti possono andare a scuola, frequentare palestre e luoghi di ritrovo: la vaccinazione sta facendo la differenza”.
In questo momento, infatti, la fascia d’età più interessata dai contagi è quella dei bimbi delle scuole dell’infanzia e della primaria, perché non sono vaccinati. Presto, probabilmente, toccherà anche a loro e i pediatri di famiglia sapranno consigliare al meglio le famiglie.
“Bambini e ragazzi tra 0 e 19 anni – rileva la dottoressa Rubagotti – per la maggior parte sono asintomatici, ma infetti. Con il nostro lavoro, attraverso i tamponi e il monitoraggio, intercettiamo il virus in questa fascia d’età: lavoro difficile, ma fondamentale per arginare la sua circolazione”.