Strage di Nassiriya. Il ricordo di Crema

Con commozione, stamattina, al monumento di piazzale Rimembranze, nei pressi della fontana cittadina, è stata fatta memoria della strage del 12 novembre 2003 a Nassiriya, dove caddero in missione di pace carabinieri, civili e uomini dell’Esercito.
“Angeli della pace assassinati dalla fanatica follia dei vili mietitori di sogni. Le loro vite immolarono in terra irachena per garantire sicurezza all’Italia lontana. Versando il sangue loro, fedele, prezioso seme del patrio amore”, si legge sulla stele posta nel 2019 all’ingresso di Crema.
Il sindaco Stefania Bonaldi, accompagnata dagli uomini dell’Arma – accanto ai Carabinieri c’erano anche i colleghi della Polizia di Stato e della Polizia Locale – ha deposto, con Fabiano Gerevini (presidente del Comitato di coordinamento associazioni d’Arma, combattentistiche e di servizio cittadine) tre corone d’alloro.
Nell’attentato alla Base italiana persero la vita diciassette militari e due civili. “Per noi cremaschi, lo spirito solidale di una missione militare è mutato per sempre quando, nel 2020, i nostri occhi hanno visto l’Esercito Italiano allestire e gestire l’ospedale da campo nel momento più drammatico della nostra storia recente – ha detto il primo cittadino –. In quell’occasione abbiamo toccato con mano la speciale umanità di cui tutte le popolazioni del pianeta parlano a proposito dei nostri soldati in missione all’estero”. Ne è uscita una consapevolezza più forte, “che irradia questo giorno dedicato alle vittime dell’attentato di Nassiriya, nel quale ricordiamo la solidarietà, l’umanità, l’impegno senza confini di esseri umani pronti a rischiare e perdere, come in questo caso, la vita, pur di non restare indifferenti al destino di altri esseri umani”, ha concluso Bonaldi.
Gerevini, da parte sua, attorniato dalle associazioni combattentistiche e d’Arma, con labari e bandiere, davanti al bel monumento e allo stendardo del Comune, ha ringraziato tutti per la sentita cerimonia, sottolineando l’importanza di trasmettere valori di pace alle giovani generazioni, oltre che il dovere del ricordo. Perché quanto accaduto a Nassiriya rimanga per sempre nella memoria del nostro Paese.