“Un pasticcio amaro”, definisce Simone Beretta (FI) la yogurteria o cioccolateria che si sarebbe dovuta aprire “da tempo immemore” nell’area dell’ex distributore di via Diaz-Porta Serio. “Dove è la difesa dell’interesse pubblico? Gli interessi in campo, peraltro, non sono quelli degli amministratori, ma quelli della città e dei cittadini”, ha dichiarato.
“Ora sembrerebbe che il Comune di Crema abbia perso la pazienza. Cosa vera, che ho potuto intuire, ma anche verificare, girando per gli uffici alla ricerca della documentazione necessaria per capire cosa sia mai avvenuto perché dei lavori che potevano chiudersi in pochi mesi, dopo quattro anni siano ancora in via di ultimazione. Tra l’altro, l’autorizzazione edilizia non sarà scaduta?”, ha domandato nell’incontro stampa di stamani in piazza Duomo.
L’ipotesi del forzista è che, forse, chi ha vinto l’appalto si sia successivamente trovato in una situazione economica finanziaria che non gli ha consentito di chiudere i lavori nei tempi pattuiti, ossia entro i dodici mesi previsti dalla convenzione dalla data del verbale di inizio lavori.
“Di certo una volta che si va a sottoscrivere una convenzione tra un privato e il Comune tutte le carte devono essere a posto e, quindi, dal giorno dopo il privato deve essere messo nella condizione di aprire il cantiere e avviare i lavori. Dodici mesi sono troppi, certamente nell’interesse del privato che prima dava inizio alla gestione ‘commerciale’ prima iniziava a rientrare dall’investimento fatto”.
Beretta non ha altre spiegazioni che quelle fornite dalla lettura delle carte, in modo particolare della convenzione sottoscritta: “È stata redatta una pessima convenzione, nettamente sfavorevole alla parte pubblica e quindi agli interessi dei cittadini, tutta a difesa del privato. Dico questo perché il bando fissava la durata dell’eventuale concessione in anni dieci ai quali al massimo aggiungere i dodici mesi citati. No, succede invece che la convenzione tra le parti faccia scattare la durata della concessione dalla somministrazione del primo caffè o yogurt che sia”. Per il consigliere una “palese contraddizione”, quindi, tra bando e convenzione.
I tempi si allungano
I calcoli per l’esponente di Forza Italia sono presto fatti. “Tra qualche mese, se va bene, saremo già a quasi 15 anni dalla convenzione sottoscritta. Un pasticcio, un grossolano errore che non ti aspetti da un sindaco avvocato e da un assessore laureato in Giurisprudenza (Fabio Bergamaschi, ndr)”.
“Se avessero almeno letto la convenzione si sarebbero certamente accorti che la parte pubblica era la meno tutelata in assoluto, lasciando libero il privato di portare avanti i lavori di recupero e riqualificazione nei tempi che gli facevano più comodo”.
Ancor più grave per l’ex assessore di centrodestra sarebbe il fatto che “la convenzione sia stata scritta in quel modo su un preciso indirizzo da parte dell’amministrazione pubblica: sarebbe molto preoccupante e qualcuno ci dovrebbe spiegare perché sia stato dato un indirizzo di quella natura contro gli interessi pubblici”.
“Serve più attenzione”
Quel che è certo per il consigliere di minoranza è che “è stata sottoscritta una convenzione che ha inguaiato non poco l’amministrazione. Perché anche nel bando, ad esempio, non si è voluto privilegiare chi avrebbe impiegato il minor tempo possibile a riqualificare l’area in questione? Io questi amministratori non li capisco davvero e non capisco neanche perché abbiano scelto di amministrare il bene pubblico quando sembrano privilegiare in modo particolare i privati, come è accaduto in tante altre convenzioni, arrivando poi a transazioni. Bisognerebbe prestare molta più attenzione quando si vanno a sottoscrivere le convenzioni, essere meno superficiali e fare più squadra”, ha commentato severo.
L’analisi ancora una volta s’allarga.
Per il portavoce di Forza Italia Crema, non è possibile che questa amministrazione “sia spesso in difficoltà a mettere paletti e condizioni certe dentro le convenzioni, così da finire tante volte in un cul de sac a svantaggio degli interessi pubblici. Meno male che questo modo di amministrare volge naturalmente al termine. Speriamo che i prossimi amministratori siano più avveduti nella difesa degli interessi della città”.