Il canto Apostoli di gioia ha aperto, la sera di martedì 8 giugno, in Cattedrale a Crema, la celebrazione di chiusura dell’anno catechistico. Un bel momento di preghiera, distinto dal titolo Benedici il Signore, anima mia…, guidato dal vescovo Daniele, affiancato dal direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano don Luciano Pisati. Presenti, per ogni parrocchia, alcuni rappresentanti dei catechisti, con gli altri collegati alla diretta sul canale YouTube del nostro giornale e della Diocesi.
“Il 13 ottobre scorso – ha detto don Luciano nel saluto iniziale – eravamo qui per il Mandato, oggi siamo qui a lodare il Signore per il dono della sua Grazia, che non è mancata in questi mesi difficili”. Ai piedi dell’altare è stata posta un’antica immagine del VII Secolo: l’Icona dell’amicizia. “Stasera – ha osservato don Luciano – noi siamo l’amico che sta accanto a Gesù: il Signore ha in mano il Libro delle Scritture, l’amico un rotolo di pergamena. È bello pensare che noi siamo gli amici che portano agli altri la Sua parola”.
La celebrazione è proseguita con la preghiera del Salmo 102, accompagnata da un gesto: ogni catechista ha scritto su un cartoncino – tutti sono poi stati raccolti e portati all’altare – una parola espressiva di un sentimento vissuto durante l’anno catechistico.
Il diacono permanente Alessandro Benzi ha quindi proclamato il Vangelo di Luca, con il brano del ritorno dei 72 inviati in missione. “Un numero – ha spiegato monsignor Gianotti iniziando la riflessione – che indicava a quel tempo l’insieme dei popoli: un ‘anticipazione’ di quella missione universale che, dalla Pentecoste, avrebbe poi avviato l’annuncio missionario a tutte le genti. Sta a noi esprimere l’apertura della Chiesa nel portare a tutti il Vangelo”.
Il Vescovo ha così ringraziato i catechisti per il loro servizio, portato avanti in un anno complicato a causa della pandemia. Eppure, sull’esempio dei 72 che tornarono felici riferendo a Gesù quanto compiuto, anche i catechisti – e tutti noi – sono chiamati a condividere tale gioia, “nella certezza – ha puntualizzato monsignor Gianotti – che la bontà di quanto seminato è custodito nel cuore del Signore e fruttificherà”.
Nell’impegno catechistico, certamente, non sono mancati momenti di scoraggiamento (come quelli vissuti dai 72 inviati): il poco entusiasmo dei ragazzi, la fatica nel coinvolgere le famiglie, un’attività a singhiozzo tra incontri in presenza e a distanza per via delle norme antiCovid… Oggi come allora, ha rilevato il vescovo Daniele, “il maligno è presente, ma noi lo abbiamo sconfitto aiutandoci a vicenda, con la Grazia del Signore che ci ha permesso di superare gli ostacoli”.
Da qui l’invito a rallegrarci, “perché i nostri nomi sono scritti nel Cielo, sono conosciuti da Dio che stabilisce con noi un rapporto profondo e fa di noi strumenti semplici per rivelare a tutti il suo mistero d’amore”. Essere catechisti, in definitiva, è proprio questo: “Non tanto trasmettere norme e insegnamenti, ma rendere i ragazzi partecipi di un mistero di comunione tra noi e il Padre”. Il Vescovo ha quindi ringraziato i catechisti per il loro servizio e per la perseveranza nel prendersi cura dei ragazzi”.
La preghiera è proseguita con il ricordo di alcuni momenti importanti dell’anno catechistico che si chiude: la riscoperta della fraternità, la consapevolezza che vale la pena seguire la strada di Gesù, la gioia per il perdono e per i Sacramenti ricevuti, il dono di vocazioni, la fedeltà alla sua Grazia.
Al termine, il ringraziamento di monsignor Gianotti a don Luciano per il lavoro svolto nell’Ufficio Catechistico e gli auguri per i suoi 40 anni di sacerdozio: ed è scattatto l’applauso dei presenti. Poi, la benedizione solenne del Vescovo.
Prima del congedo con il canto Andate per le strade, don Luciano ha ricordato che nei prossimi giorni si terrà – attraverso incontri a carattere zonale – un momento di verifica sull’anno concluso, utile per programmare al meglio il prossimo. Nelle parrocchie sono state inviate cinque domande: le risposte dei catechisti forniranno la base per la verifica.