CINEMA – Mattarella, “le sale riaprono, luogo prezioso della vita delle città”

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“Tutti concordano nel ritenere che, dopo il Covid, non torneremo alla normalità di prima ma ci troveremo in uno scenario nuovo”. Lo ha evidenziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia di presentazione dei candidati ai Premi “David di Donatello” per l’anno 2021 che si è svolta al Quirinale.
“Adesso le sale riaprono, e desideriamo anzitutto che il pubblico possa di nuovo godersi le emozioni del grande schermo in sicurezza. Pesa purtroppo, anche economicamente, la lunga sosta forzata”, ha sottolineato il Capo dello Stato, secondo cui “va affrontato, con i gestori delle sale, il rischio derivante dagli ingressi contingentati”.
“Le sale del cinema – ha proseguito – sono un luogo prezioso della vita delle città. È bene che siano stati previsti fondi per ammodernare e rendere più efficienti da punto di vista energetico le sale, così come i musei, i teatri e tutti i luoghi della cultura”.
Rilevando come “il cinema ha ormai intessuto una relazione intensa con la televisione e con le varie piattaforme che sempre di più arricchiscono le nostre capacità di comunicazione e di informazione”, Mattarella ha però evidenziato come sia “necessario, perché il dialogo continui e sia proficuo, che il cinema conservi la sua originalità e il suo Dna creativo. È la sfida che impegna tutti voi come del resto i vostri colleghi nel mondo”.
“È giusto che le istituzioni vi sostengano in questa sfida, come è stato annunziato”, ha aggiunto il presidente, ricordando che “un capitolo significativo del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza è dedicato allo sviluppo dell’industria cinematografica. Mi auguro che trovi attuazione nel confronto e nell’impegno convergente di tutti i protagonisti del mondo del cinema e dell’audiovisivo, come già è avvenuto quando fu varata la nuova legge sul cinema”.
“L’arte, la creatività, la cultura non possono fare a meno di respirare la volontà di costruire il domani”, ha ammonito Mattarella: “Il pubblico si riconosce nelle storie del cinema. E vuole continuare a sognare, a pensare, a emozionarsi, ad appassionarsi. Il cinema è una rete di connessione che ci fa sentire partecipi della comunità, del suo vissuto e delle sue speranze per il futuro”.
“L’augurio più grande e corale – ha concluso – riguarda il domani del cinema. Che sarà certamente bello, come la sua storia è stata bella, e andrà oltre la sua storia”.

Spettacolo, uno dei settori più colpiti dalla pandemia

“So bene che lo spettacolo in generale, e lo spettacolo dal vivo in particolare, è tra i settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia, al di là dei rilevanti interventi del governo per sostenere il settore. Si tratta di un impoverimento economico e culturale, quest’ultimo non risarcibile, che non può permanere a lungo. Perché il cinema, il teatro, la musica, la danza, in una parola l’arte, non sono elementi aggiuntivi della vita sociale di cui si possa fare a meno di fronte a problemi più gravi e urgenti; ne costituiscono al contrario arte irrinunciabile” ha affermato il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella.
I Premi “David di Donatello” sono un’occasione, ha spiegato il Capo dello Stato, “una festa del cinema, e dunque della cultura italiana” e “rappresenta un segnale di ripartenza, di speranza”.
Mattarella ha voluto ricordare Ennio Morricone, Franca Valeri e Gigi Proietti evidenziando che “la loro morte ha reso ancora più triste il periodo della pandemia”.
“Fanno parte a pieno titolo della storia artistica, del patrimonio culturale del nostro Paese. Non saranno dimenticati, non sarebbe possibile”, ha ammonito il presidente. “Sono certo – ha proseguito – che se fossero ancora tra noi incoraggerebbero tutti a trovare, nelle luci che si profilano nel contrasto al Covid, forza e determinazione per andare avanti, per ricominciare, per mettere in cantiere i progetti rimasti nel cassetto, per restituire pienamente al lavoro le straordinarie maestranze, le molteplici professionalità che fanno di questo settore non solo una punta della nostra cultura e della una espressione artistica ma anche un’industria di rilievo per l’Italia”.
“La pandemia – ha osservato poi Mattarella – ci ha costretto a chiudere le porte dei cinema e dei teatri come nei periodi oscuri della storia dell’umanità quando i palcoscenici e i set sono vuoti, quando le orchestre tacciono e nessuno danza”.