Giornata di preghiera per le vocazioni – Chiamati, santi e felici… insieme!

chiesa

Il tema proposto dalla Cei per la 58a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni (25 aprile 2021) da celebrare nelle Diocesi italiane, prende avvio da una espressione di papa Francesco, contenuta nell’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate, al n.141: “La santificazione è un cammino comunitario, da fare a due a due”.
Per una felice combinazione, nella giornata di venerdì 23 c’è stata la beatificazione dei 10 martiri che nella regione del Quichè, in Guatemala, dove ora è Vescovo il nostro monsignor Rosolino Bianchetti, negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso diedero la loro vita come segno di fedeltà al Vangelo di Gesù.
La santità non è un atto eroico del singolo, ma la testimonianza coraggiosa del Vangelo all’interno di una comunità cristiana che è al contempo santa e missionaria.
Il tema della Giornata, dunque, è quello di valorizzare non solo la dimensione personale della vocazione, ma annunciare come ogni chiamata e risposta vocazionale è un evento comunitario. “La vocazione non è mai soltanto mia ma è sempre anche nostra: la santità, la vita è sempre spesa insieme a qualcuno. E questo è un elemento essenziale di ogni vocazione nella Chiesa. Proprio questa, infatti, è ‘l’originalità della vocazione cristiana: far coincidere il compimento della persona con la realizzazione della comunità’ (Pontificia Opera per le Vocazioni Ecclesiastiche, maggio 1997)”.

Ogni situazione o persona è per noi appello, pro-vocazione, invito a coinvolgersi in una risposta all’altro, che non può essere solo teorica (“The answer is blowin in the wind”, cantava Bob Dylan), ma deve coinvolgere concretamente tutto noi stessi.
Rispondere alla vocazione personale significa entrare con la nostra inconfondibile identità nella grande “sinfonia” divina – di cui il Signore Gesù è la chiave indispensabile – e di entrarvi con il “Sì” della nostra vita. Di entrarvi non come in un’operazione solitaria, ma
proprio in quanto parte viva dell’unica sinfonia ecclesiale. Vivrò bene la mia particolare vocazione solo se saprò collocarla in rapporto a ogni altra chiamata di Dio.

orchestra

La storia del mondo è una meravigliosa sinfonia. Anche se a noi la partitura a volte sembra molto complessa e difficile, Egli la conosce dalla prima fino all’ultima nota. Noi non siamo chiamati a prendere in mano la bacchetta del direttore, e ancora meno a cambiare le melodie secondo il nostro gusto, ma, ciascuno al suo posto e con le proprie capacità, a collaborare con il grande Maestro nell’eseguire il suo stupendo capolavoro” (papa Benedetto XVI, dal discorso al presidente della Repubblica Federale di Germania).

E santa Teresa di Gesù Bambino scriveva: “Per tanto tempo mi sono chiesta perché il Buon Dio aveva delle preferenze, perché non tutte le anime ricevono un livello uguale di favori, e mi meravigliavo che avesse prodigato favori straordinari ai Santi che lo avevano offeso, come San Paolo, Sant’Agostino e che Egli costringeva, per dire così, ad accogliere i suoi favori;… Gesù si è degnato di farmi Lui da istruttore, su questo mistero. Mi ha messo davanti agli occhi il libro della natura e io ho capito che tutti i fiori che Egli ha creato sono
belli, che lo splendore della rosa e il candore del giglio non tolgono il profumo della viola o la semplicità incantevole della margherita… Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose, la natura perderebbe il suo abito di primavera, i campi non sarebbero più
brillanti di fiorellini…”.
“Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù. Egli ha voluto creare grandi Santi che possono paragonarsi ai gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono contentarsi di essere pratoline o violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, e nell’essere ciò che Egli vuole che siamo...” (Storia di un’anima, A,4).

Nella presentazione del tema di questa Giornata si aggiunge: “Nel grande corpo di Cristo che è la Chiesa ogni parte ha la sua missione e il suo compito, il suo posto, la sua particolarità che la rende differente da tutte le altre, unica, come unica è ogni persona, ogni tessera, come in un mosaico. Molto più significativa di quella del puzzle, l’immagine del mosaico evidenzia una caratteristica che della vocazione è essenziale. Ogni singola pietra, infatti, non ha un unico e un solo posto nel quale incastrarsi, ma è la sapienza dell’artista che, osservando le tessere che pian piano va disponendo e avendo in mente il compiersi dell’intera opera, sceglie la pietra che preferisce, non perché già determinata ma
perché una sembra migliore dell’altra. E così viene considerata ogni pietra man mano che viene scelta per essere posizionata, l’una a servizio dell’altra e di tutto il corpo insieme. differenza del puzzle, le tessere del mosaico non hanno una posizione predefinita: anche nella vocazione è così, perché la vocazione è una storia con Dio che – fin dall’inizio – plasma la vita attraverso incontri, fatti, persone, perché egli e la sua Parola sono «dappertutto» (Mc 16,20)”.

Preghiamo, quindi, affinché i giovani siano accompagnati a trovare il proprio posto nell’amore, accogliendo la vita non in modo fiacco o frantumato ma, come l’immagine della Giornata ci dice, compresa dentro al grande disegno della partitura divina. Siamo chiamati, soprattutto in questo tempo sofferto dell’umanità, a far risuonare il nostro “Sì” non in modo singolare, ma dentro una sinfonia d’amore eseguita da tutta la Chiesa.