CURIOSITÀ – Un “fossile vivente” in piazza Rimembranze. Dalla Cina, la Ginkgo biloba

Le splendide immagini – scattate in piazzale Rimembranze – si riferiscono agli esemplari di Ginkgo biloba che si trovano nei pressi della fontana. Ogni anno con i loro colori, a novembre, regalano un colpo d’occhio eccezionale in un mese… grigio. Quest’anno di una tonalità più triste del solito. Tale pianta è l’unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell’intero ordine Ginkgoales e della divisione delle Ginkgophyta.
È un albero antichissimo, le cui origini risalgono a 270 milioni di anni fa, nel Permiano: per questo è considerato un “fossile vivente”.
“Una pianta bellissima in questo periodo, un colore giallo intenso impresso su ogni foglia. La pianta è gialla perché ha perso la clorofilla verde, le è rimasta quella gialla e qualche pigmento. I frutti dell’albero maschile, in autunno, quando cadono a terra, maleodorano. L’interno è commestibile previa tostatura! Una fantastica pianta cinese! Considerato, come detto, un fossile vivente, sopravvissuto in una piccola zona della Cina”, spiega un amico esperto.

Senza sostanziali modifiche la Ginkgo biloba è arrivata sino a noi. Le foglie fossili ritrovate sono identiche a quelle di oggi. “Ha sopportato una pressione evolutiva spettacolare. Estinzioni di massa che hanno portato via i dinosauri! Estinzioni provocate da impatti di meteoriti grandi come New York, eruzioni di super vulcani, terremoti mai visti, lo schianto dell’India contro l’Asia”, argomenta il nostro interlocutore. I più attenti, in piazzale Rimembranze, avranno notato una leggera differenza (poi sfumata) tra le due piante vicine. Una più verdastra in alcune foglie, che i due esemplari perdono in tempi leggermente diversi. “Una pianta è maschio e l’altra è femmina”, ci dice ancora l’appassionato botanico (e non solo). Che amplia la riflessione.

“Ora, se solo in quel posto Cina ci sono state le condizioni favorevoli per farla sopravvivere per così lungo tempo, perché dobbiamo portarla in giro per il mondo? Si tratta di un ‘inquinamento biologico’. Come lo sono tutte le specie non autoctone”. Un inquinamento davvero bello in tal caso, legato alla globalizzazione che, come sempre, porta con sé elementi positivi e negativi (altre splendide immagini qui sotto).