Celebrati oggi pomeriggio a Capergnanica, suo paese natale, i funerali di don Guido Zagheni, scomparso nella notte fra venerdì e sabato scorsi a 78 anni. Era nato infatti il 1° gennaio del 1942.
Il sacerdote cremasco, negli ultimi undici anni della sua vita (dal 2009) ha svolto il ministero pastorale nella diocesi piemontese di Mondovì. Attualmente era parroco a Cengio, Monesiglio e Prunetto. Per questo erano presenti alle esequie il vescovo di Mondovì mons. Egidio Miragoli, numerosi sacerdoti della diocesi piemontese e fedeli delle parrocchie di don Guido.
Iniziando l’Eucarestia funebre, il vescovo Daniele li ha ringraziati tutti, dopo aver salutato le sorelle, il fratello e i parenti. Ha portato anche i saluti e le partecipazioni dei vescovi Cantoni e Manenti. Presenti alla liturgia funebre molti sacerdoti cremaschi.
In mezzo alla navata centrale la bara di don Guido affiancata da una sua foto sorridente, a ricordo del suo carattere gioviale, aperto all’amicizia, sempre positivo.
Oggi è la festa dell’apostolo Bartolomeo e la prima lettura dell’apocalisse parla della sposa dell’Agnello, la chiesa, fondata sui dodici apostoli. “Vieni – dice l’angelo a chi scrive – ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell’Agnello”. “Ecco – ha commentato il vescovo Daniele – per don Guido questo è realtà, dopo una vita di sacerdote vissuta in tanti servizi, e anche nella ricerca storica.” Quest’ultima una delle passioni più forti del sacerdote cremasco.
Avendo conosciuto pochissimo don Guido, il vescovo ha voluto lasciare a lui la parola, leggendo alcuni brani di un suo recente libretto: Crisi della fede e crisi della Chiesa: c’è un futuro per la fede? “Don Guido – ha detto – ha studiato molto la storia della Chiesa e delle sue crisi. Di fronte a quella che oggi attraversa sottolinea due cose al centro delle sue convinzioni: non c’è altro modo per superarla che l’incontro personale con Gesù e affidarsi allo Spirito che lui ha promesso. La sua presenza nella vita della Chiesa riempie di luce e di speranza. Come ora la vita di don Guido è stata riempita della sua luce.”
Al termine della celebrazione, prima dell’incensazione della salma e della benedizione, il vescovo di Mondovì mons.Miragoli ha voluto anch’egli ricordare il sacerdote che la sua diocesi aveva adottato. Si erano conosciuti durante gli studi romani al seminario Lombardo e, di seguito, avevano insegnato insieme per tre anni allo Studio Teologico di Milano. Poi si erano persi di vista, fino a quando, nominato vescovo di Mondovì, mons. Miragoli lo ha ritrovato nella sua diocesi come parroco. Ha ricordato l’ultima telefonata un po’ preoccupata e il successivo incontro, nel quale don Guido gli aveva raccomandato la sua libreria ricca di libri di storia. Poi la scomparsa improvvisa.
E ha voluto ricordare don Guido con tre parole:
– Camminare. Soprattutto in montagna, da solo o con i giovani; per favorire la preghiera.
– Insegnare. Il compito di catecheta era un po’ il carisma del sacerdote cremasco: ogni anno organizzava un corso di catechesi in diocesi , molto frequentato su temi storici e di fede, sempre profondi “che presupponevano – ha detto mons. Miragoli – l’intelligenza delle cose e a vigile presenza nel tempo che viviamo”.
– Scrivere. Don Guido ha scritto molto, soprattutto di storia della Chiesa, ma il vescovo di Mondivì ha voluto ricordare il libro Le poesie della mia vita, “pagine che riflettono quanto c’era dentro di lui.Ultimamente aveva espresso un grande bisogno di Dio e scriveva: Il fascino di Gesù si fa irresistibile dentro di me.”
Ora il Signore ha esaudito il suo profondo desiderio.