Oggi è San Benedetto. Non possiamo non ricordare colui che è stato il fondatore dell’Europa (di cui è anche il patrono), mediante un programma di rigenerazione del continente, secondo un semplice e straordinario progetto detto in due parole: ora et labora.
Era nato nel 480 a Norcia, quattro anni dopo la caduta dell’Impero romano (476) quando Odoacre, generale dell’esercito romano, depose l’ultimo imperatore Romolo Augusto e si fece proclamare re delle popolazioni barbariche. Insomma, una sorta di colpo di Stato.
In quegli anni Benedetto, dodicenne, giunse a Roma per compiere gli studi, ma presto scappò dalla città corrotta e fece la scelta di Dio, ritirandosi a Subiaco come eremita. Aveva 17 anni. Vi rimase per quasi trent’anni, prima appunto come eremita e poi – accogliendo le richieste degli amici – come fondatore di 13 monasteri sotto la sua guida spirituale. Infine si trasferì a Cassino dove diede vita al celeberrimo monastero di Montecassino. Da qui partì il grande movimento culturale e sociale che trasformò l’Europa, facendone un solo grande popolo di popoli. Benedetto morì nel 547, ma il suo motto ebbe la forza di attraversare i secoli ed essere attualissimo ancora oggi, per l’Europa di oggi.
Quale è la sua forza? La prima delle due parole, ora, cioè “prega”, invita a porre al primo posto nella vita personale e comunitaria Dio stesso. La seconda, labora, cioè “lavora”, lancia i monaci nell’impegno sociale. Una terza caratteristica del monachesimo benedettino è la vita comunitaria. Queste ultime due scelte distinguono il monachesimo occidentale da quello orientale.
Così, dove i figli di Benedetto si stabilivano, sorgevano – in nome di Dio – campi, frutteti, orti, laboratori; barbari e latini diventavano fratelli, ex ariani ed ex pagani si ritrovavano sotto un’unica legge, con gli stessi diritti e le stesse responsabilità. Il tempo veniva scandito tra la preghiera, il riposo e il lavoro, e la fratellanza si viveva sotto l’autorità sapiente dell’abate.
Le piccole comunità benedettine si diffusero in tutta Europa, sorsero migliaia di monasteri, favorendo la nascita culturale e spirituale del continente, ridonando speranza a un mondo in frantumi.
Nell’ora et labora sta la visione dell’umanesimo benedettino e di un’Europa che affonda le sue radici più profonde nel Cristianesimo. È la strada per rilanciare ancora oggi un’Europa in profonda crisi. La follia di tanti intellettuali odierni è quella di voler cancellare la parola “ora”, cioè il riferimento a Dio. Confidando tutto in un “labora” puramente umano e tecnico. Strada sbagliata. Che San Benedetto ci illumini e ci protegga.