Grazie al cosiddetto “Decreto Rilancio”, dal 15 giugno scorso e fino al prossimo 13 agosto, imprese e persone fisiche con partita Iva individuale (eccezion fatta per i liberi professionisti), potranno accedere al contributo a fondo perduto. La Libera Associazione Artigiani di Crema, che in città opera in via G. Di Vittorio, è pronta a fornire tutto il supporto necessario, dal momento che la domanda di accesso al sostegno va presentata esclusivamente in modalità telematica. “Per quanto la procedura possa essere eseguita anche individualmente, tuttavia, in quest’ultimo caso, l’iter prevede un allungamento dei tempi, a causa della necessaria richiesta di apposite credenziali all’Agenzia delle Entrate”, spiega il direttore di Libera Renato Marangoni.
Tramite l’associazione, invece, la pratica viene espletata dallo staff, senza ulteriori ritardi. È sufficiente fornire il proprio Iban. La Libera Artigiani, inoltre, può contare sulla consulenza di due esperte, le commercialiste Eleonora Agazzi e Matilde Fiammelli, alle quali abbiamo chiesto chi ha diritto al contributo e come funziona il calcolo che stabilisce l’importo. “Innanzitutto va precisato che il contributo a fondo perduto è esentasse e senza obbligo di restituzione. Dopodiché, l’importo spettante dipende fondamentalmente dallo scostamento tra il proprio fatturato del mese di aprile 2019 e quello dell’aprile 2020 – spiegano –. A due condizioni, però: che l’eventuale calo di fatturato risulti almeno di due terzi e che il volume di fatturato totale per l’intero anno fiscale 2019 non superi i 5 milioni di euro”.
Come si calcola il contributo a cui si ha diritto?
“L’entità del contributo varia a seconda del fatturato. Fino a 400.000 euro annui, il contributo a cui si ha diritto è pari al 20% dello scostamento tra il fatturato dell’aprile 2019 e il fatturato dell’aprile 2020; tra 400.000 e un 1 milione di euro, è pari al 15% dello scostamento e tra 1 milione e 5 milioni di euro, che come si diceva è il tetto massimo previsto, è pari al 10% dello scostamento”. Le due esperte, però, precisano che esistono anche degli importi minimi. “Le imprese individuali aventi diritto al contributo a fondo perduto non possono ricevere meno di 1.000 euro, indipendentemente dal risultato del calcolo percentuale di cui sopra, e così pure per le altre società, solo che in questo caso il contributo minimo previsto sale a 2.000 euro”.
Da quando occorre avere aperto la partita Iva, per poter beneficiare di tale contributo?
“L’unica condizione prevista è di averla aperta prima del gennaio 2020. C’è un però: abbiamo detto che l’ammontare del contributo dipende fondamentalmente dallo scostamento tra il fatturato dell’aprile 2019 e quello dell’aprile 2020, questo significa che chi ha aperto la partita Iva da maggio 2019 in poi dovrebbe essere escluso dal contributo, ma invece non è così: il ‘Decreto Rilancio’ infatti ha escogitato una soluzione anche per questi casi, introducendo una modalità di calcolo diversa, che saremo felici di spiegare nel dettaglio a quanti si rivolgeranno alla Libera per richiedere il contributo”.
I professionisti, dunque, sono esclusi da questo contributo, esatto?
“Sì, purtroppo il decreto ha escluso sia gli iscritti agli ordini professionali sia gli iscritti alla gestione separata dell’Inps. Rientrano, invece, tra coloro che possono fare domanda tutte le partita Iva individuali, come imprenditori e commercianti, che pur essendo in pensione sono appunto titolari di una partita Iva aperta”. Di fatto la procedura richiesta per fare domanda di contributo a fondo perduto è una sorta di autocertificazione. Sono chiaramente previste delle sanzioni in caso di dichiarazione falsa. L’Agenzia delle Entrate ha demandato alla Guardia di Finanza il compito di eseguire gli accertamenti del caso. “Le dichiarazioni, però, possono essere errate, non per forza a causa di un’intenzione scorretta, ma anche per semplici errori. Anche per questo invitiamo a rivolgersi alla Libera, per evitare spiacevoli inconvenienti”.
Informazioni al tel. 0373.2071; e-mail: laa@liberartigiani.it.