BOLZONE – “Che baraunda”: il teatro degli Schizzaidee arriva nelle case con YouTube

Da sinistra, Lusardi e Bressanelli durante la prima puntata della serie

Non si può andare nei teatri? E allora il teatro arriva in casa! L’idea è dei giovani della Compagnia dello Schizzaidee di Bolzone che, in questo periodo segnato dal Coronavirus, con tutte le limitazioni e le restrizioni conseguenti, hanno pensato di registrare una divertente serie da trasmettere poi a puntate sul canale YouTube. Un modo simpatico per essere vicini al proprio affezionato pubblico e a quanti desiderano sorridere un po’. E così dopo le Messe, le lezioni scolastiche, le videoconferenze di lavoro… anche il teatro utilizza la tecnologia online. Non è la stessa cosa come dal vivo, ma in tempi di pandemia ci si deve per forza accontentare.

L’ORIGINE DELLA SIMPATICA INIZIATIVA E LA TRAMA

Che baraunda è il titolo dell’iniziativa ideata dai ragazzi dello Schizzaidee, la cui prima puntata è andata in onda sabato 23 maggio: l’altro ieri, sabato 30, il secondo appuntamento.
“Avevamo delle date in vari teatri per portare in scena le nostre commedie – afferma Cristian Lusardi, uno degli attori della Compagnia – ma, purtroppo, sono saltate tutte. E quest’anno, sicuramente, non faremo spettacoli tutti insieme con il pubblico. Allora abbiamo pensato di registrare una serie, in modo tale da poter raggiungere quanti ci seguono e, per quanto possibile, allietare e rallegrare questo periodo difficile per tutti”.
Insieme a Cristian Lusardi ci sono Pierandrea Bressanelli, Marzia Tacchini, Elisabetta Casazza, Piera Casazza, Alessia Tacchini, Elena Bonizzi e Federica Bonizzi. Ognuno di loro si registra a casa propria, poi i filmati vengono man mano “cuciti” per realizzare la trama di Che baraunda. Il filo conduttore della serie – una decina di puntate in tutto – è legato all’attualità segnata dal Covid-19: nell’isolamento della quarantena, due amici si sentono telefonicamente e da lì in poi si sviluppano una serie di situazioni, di raggiri e di equivoci che coinvolgono mogli, amiche, una suora e pure i sanitari dell’Asl che verificano se le persone sono “tamponate”. Il tutto non per banalizzare il dramma Coronavirus, ma per cercare di donare comunque un sorriso.

Al termine di questa serie, i giovani bolzonesi valuteranno altre storie. Nel frattempo, buona visione a tutti!