Mentre la pandemia continua a scuotere la nostra società, prosegue l’indagine coordinata dalla Procura di Cremona sulle tante morti da Coronavirus nelle Rsa del Cremonese e, ora, anche del Cremasco. Sono in corso diverse perquisizioni nelle case di riposo da parte dei carabinieri del Nas e della Guardia di finanza. Mercoledì gli inquirenti hanno acquisito atti e documenti in altre due strutture cremonesi, ma anche presso la nostra Fondazione Benefattori Cremaschi di via Kennedy e all’Rsa Camillo Lucchi di via Zurla, così come alla Fondazione Ospedale dei Poveri di Pandino.
In tutte queste strutture s’è registrato un tasso di mortalità elevato, di qui le indagini per capire cosa è accaduto e accertare eventuali responsabilità. Il dibattito, anche con esposti e “segnalazioni” – alcune davvero troppo sopra le righe – imperversa da settimane. Nei giorni scorsi è arrivata la richiesta di chiarimenti da parte di alcuni referenti politici del territorio (consiglieri di minoranza dei Comuni di Vaiano, Torlino e Pianengo), ma anche la “difesa” dell’operato di Fbc da parte del gruppo di coordinamento del Pd di Crema, che ha ritenuto opportuno esprimere il proprio contributo “per comprendere quanto sia realmente accaduto nelle strutture sanitarie”.
Ma veniamo alla visita di Nas e Gdf. Gli inquirenti, in città, hanno chiesto la documentazione relativa ai protocolli che la Fondazione Benefattori ha attivato per proteggere gli ospiti dal Covid-19, le cartelle cliniche dei pazienti purtroppo deceduti e i Fa.Sas., i fascicoli socio-assistenziali e sanitari degli anziani ospiti della struttura. Dopo l’avvio dell’indagine in tutta la regione, la visita degli operatori delle forze dell’ordine era, di fatto, attesa. Abbiamo subito sentito la presidente Fbc, Bianca Baruelli: “Confermo, hanno compiuto un giro d’ispezione anche qui e da parte nostra ci sono state massima disponibilità e collaborazione. Ci hanno chiesto cosa abbiamo messo in atto dal punto di vista organizzativo, le procedure applicate, con la relativa documentazione”. Non sono note, a oggi, denunce in arrivo, come qualcuno ha subito ipotizzato.
“Certo continua a essere vergognoso, che dall’inizio di questo delirio, ormai realtà da quasi due mesi e mezzo – dichiara decisa la presidente – ci siano persone che trovano la loro ragione di vita, nell’accusare me, che rappresento la Fondazione, per tutto ciò che purtroppo è accaduto nelle nostre strutture! E con me, l’intero CdA e le direzioni generale e sanitaria, accusati di incompetenza, incapacità, oltre che di poca trasparenza!”. In effetti in alcuni casi le accuse sono state piuttosto pesanti, tanto da sfociare in diffide, da parte della stessa Fbc, con l’obiettivo dichiarato di tutelare la propria immagine, nonché “la serietà che da sempre accompagna i nostri operatori e i nostri servizi”.
“Continuare a mentire sul fatto che la Fondazione non abbia assicurato, colpevolmente, le condizioni idonee e necessarie agli operatori per poter lavorare in sicurezza e fare il possibile per cercare di contenere il contagio, anche per i nostri degenti – prosegue stizzita Baruelli – sembra una tesi, studiata a tavolino, a cui qualcuno ha deciso di lavorare, senza neanche sincerarsi se le ‘ipotesi’ di base siano fondate o meno. L’importante, invece, è perseguire uno scopo, altro e differente, rispetto alla ricostruzione delle circostanze, di ciò che è stato deciso e fatto nelle strutture per cercare di contenere al massimo il contagio! Lo scopo vero è l’attacco incondizionato al presidente, al CdA, e anche a chi si è preso la briga di cercare di difendere pubblicamente le sue posizioni! Eh sì, perché gli unici che hanno diritto di accusare ignominiosamente sono i soliti, che da due mesi lo stanno facendo, in tutte le forme, pretendendo di essere gli unici titolati a esercitare diritto di critica, anche in modalità cruenta, rispetto al nostro operato!”, si legge in una dura nota giunta l’indomani l’ispezione di Nas e Gdf. Baruelli è convinta che chi conosce la struttura e ha avuto modo di apprezzarla per tutto quello che fa per la città e il territorio per la qualità dell’accoglienza e la cura delle persone anziane e fragili, “sa quanto è stato il nostro patimento vissuto con le famiglie di chi ci ha lasciato. Abbiamo condiviso comunicazioni, parlato con i familiari, mai abbiamo negato trasparenza anche verso chi ha voluto dati, numeri e informazioni, che le abbia chieste, titolato a poterle avere, secondo le modalità previste dalla Legge”.
Come tante altre Rsa lombarde e cremonesi, dove purtroppo i decessi sono stati davvero numerosi, anche Fbc, dunque, è stata ora coinvolta nelle indagini della Procura, “naturalmente mettendo a disposizione informazioni e tutta la documentazione necessaria, al fine di dimostrare come sia stato fatto tutto ciò che era possibile in questa situazione di totale emergenza sanitaria, in cui anche la confusione normativa di contesto, non ha certo facilitato chi, come noi, s’è trovato nel mezzo della battaglia”, aggiunge la presidente. La quale confida nella giustizia e che venga fatta chiarezza, “per ristabilire un clima, in cui si possa tornare a lavorare per un Bene, comune a tutti, dedicando finalmente un pensiero corale a chi purtroppo se n’è andato e a chi rimane che, ferito, deve comunque ripartire!”.
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