DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI 10, 1-10
Io sono la porta delle pecore
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
IL COMMENTO
Tutti ricorderanno il momento solenne dell’apertura della ‘Porta Santa’ in San Pietro a Roma, quella porta sigillata che viene spalancata solo in occasione di un Giubileo o di un anno straordinario (es. Anno della Misericordia, 2016); e tutti noi, forse, custodiamo il significato e l’emozione dell’attraversamento di quella soglia ripensando alle parole “Io sono la porta”. In quel gesto, ogni volta, si rivive in modo del tutto speciale il desiderio, la preghiera e l’impegno dell’adesione personale al Pastore buono delle pecore, l’entrare in Lui, l’aderire a Lui, per vivere di Lui e del suo Vangelo. Ma evidentemente questo è compito di tutti i giorni, non solo impegno per occasioni straordinarie.
E allora mi chiedo: che cosa vuol dire ‘entrare’ in quella porta che è Gesù, per venire da Lui salvato, per trovare pascolo, per non essere ingannato da estranei camuffati da pastori? Un primo spunto lo prendo dal vescovo Daniele. Alla domanda “ritiene che ne usciremo migliori [dal Covid-periodo]?” il nostro vescovo rispondeva: “La parola cristiana chiave per ‘uscire migliori’ è ‘conversione’, e la conversione non va da sé”. Per entrare in Cristo-Porta occorre vivere la conversione (vedi anche Prima Lettura di oggi). Mi viene in mente la rotta delle navi… Quando una nave deve invertire la propria rotta non lo fa istantaneamente, non può! L’inversione – e vale anche per la vita, seppure talvolta insistiamo su un’idea di conversione come se dovesse avvenire istantaneamente, un’inversione a U – l’inversione di rotta avviene sempre e solamente per progressivi cambiamenti di direzione, grazie appunto alla decisione ripetuta di procedere per cambiamenti graduali e successivi. Ecco, se vogliamo entrare in Cristo-Porta decidiamo qual è il cambiamento possibile, magari non risolutorio, ma necessario, ora. Per esempio… per non subire la situazione problematica che stiamo vivendo, oppure per risolvere un contrasto con qualcuno, oppure ancora per dare un’impostazione seria alla vita.
Un secondo spunto. Nella “Christus vivit”, l’Esortazione post-sinodale dedicata ai giovani, papa Francesco scrive: “Cercare il Signore, custodire la sua Parola, cercare di rispondere ad essa con la propria vita, crescere nelle virtù, questo rende forti i cuori dei giovani. Per questo occorre mantenere la ‘connessione’ con Gesù, essere ‘in linea’ con Lui, perché non crescerai nella felicità e nella santità solo con le tue forze e la tua mente […]. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti a uno schermo… lasciate piuttosto sbocciare i sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se sbaglierete… Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati. Vivete! Datevi al meglio della vita!” (cf nn.158.143). Entrare in Cristo-Porta significa anche prendere sul serio la vita, custodirne la memoria del dono e viverla generosamente e responsabilmente, con tanta umiltà. E diventare così testimoni degni di fede.
Concludo con questa preghiera: Signore Gesù, incontrare Te è lasciarci da te guardare…; scegliere Te è farci da te riempire di vita…; seguire Te è ricevere da te il regalo della vocazione. Signore Gesù, vivere con Te è ‘darsi al meglio della vita’.
parroco moderatore
SS.Trinità-Cattedrale