Il programma di solidarietà alimentare messo in campo dal Comune insieme a Caritas Crema è composto di diverse azioni. I “Buoni Spesa” consentono a persone e famiglie bisognose di fare la spesa con dei buoni di un certo valore in esercizi commerciali aderenti al progetto, ma c’è un’altra importante rete costruita dai partner della Co-progettazione con gli esercenti per destinare alimenti a chi ne ha bisogno in questa emergenza sanitaria: quella della “spesa solidale”. Il sistema prevede che chiunque, facendo la sua spesa, possa acquistare qualcosa in più e lasciarlo poi in un apposito carrello pubblicizzato da una locandina consegnata appositamente. “La Caritas di Crema provvederà, poi, alla raccolta e alla distribuzione degli alimenti”, spiegano dal palazzo comunale.
Grazie al generoso e capillare lavoro di sensibilizzazione di Sergio Pariscenti, che si occupa professionalmente di comunicazione e marketing e ha prestato gratuitamente il suo tempo e la sua esperienza a questa iniziativa, in pochi giorni si sono raccolte 14 adesioni – presenti in un elenco aggiornato sul sito comunale comunecrema.it – che rappresentano la più semplice, concreta occasione di solidarietà per ogni cremasco. Sia i negozianti che la grande distribuzione hanno accordi specifici per il ritiro dei beni alimentari donati dai loro clienti, con referenti sempre pronti, ad esempio in caso di alimenti freschi. Questi carrelli di spesa donata confluiscono come parte essenziale dei pacchi alimentari gestiti dalla stessa Caritas.
“Fin dall’inizio di questo programma di solidarietà – spiega il sindaco Stefania Bonaldi, sapevamo che era indispensabile diffondere capillarmente le informazioni per non lasciare indietro nessuno e al contempo, nella città di Crema accanto alla Gdo, coinvolgere anche i tanti esercizi al dettaglio, in modo di avere capillarità e una ricaduta indiretta anche sul commercio di vicinato, coinvolgendolo in un programma solidale che è anche un rafforzamento della loro attività agli occhi dei clienti. Va ringraziato di cuore il signor Pariscenti per aver dato una mano e aver ottenuto subito un risultato evidente”.
Segnaliamo che in alcuni paesi, come ad esempio Chieve, di cui abbiamo riferito ieri sull’edizione cartacea, tale possibilità era partita spontaneamente grazie all’impegno delle realtà caritative comunitarie, compresi Comune e Parrocchia.