Questa la consapevolezza maturata da Anffas Onlus Crema che in queste ore sta sperimentando lo smartworking: “L’obiettivo – spiega la presidente Daniela Martinenghi –è quello di provare a garantire una continuità dei servizi anche in questo momento di difficoltà, affidandoci all’innovazione tecnologica e offrire così un importante supporto alle famiglie”. L’equilibrio tra la tutela della salute di utenti e personale e il non abbandonare le famiglie in questo periodo di fatica non è facile da trovare, ma è necessario.
Gruppi su WhatsApp, video e telefonate diventano il modo migliore per condividere sorrisi, ostacoli, ma soprattutto soluzioni: “I coordinatori dei vari servizi diurni mantengono con i genitori degli utenti un contatto quotidiano”, prosegue Martinenghi. Ma anche gli stessi ragazzi sono chiamati a raccontarsi grazie alla tecnologia: “Gli educatori si rapportano con i ragazzi abitualmente, tra una chiamata ed una video ricetta condivisa”.
È un modo tutto nuovo per abbattere le barriere, che, tuttavia, potrebbe fare strada: “Ci siamo attivati per far riconoscere questo servizio di counseling multimediale dal Servizio Sanitario anche per il Nostro Servizio di Neuropsichiatria Infantile, tanto a livello regionale, quanto a livello nazionale. Le famiglie stanno vivendo una situazione complessa che deve essere alleviata in ogni modo. Nel frattempo le terapiste hanno preparato un video da condividere con i propri ragazzi, proveranno a studiare percorsi e attività a distanza, con l’intento di tenere stretti i rapporti”. Sono tutti vicini, anche se distanti: “Con lo sportello Sai ci stiamo adoperando per comprendere le reali esigenze delle persone ed offrire loro soluzioni concrete”.
Il Coronavirus, insomma, non ferma Anffas Onlus Crema che, nonostante le difficoltà determinate dalla situazione, trova nella partecipazione degli utenti, anche quelli meno tecnologici, il desiderio forte di vedere riconosciuti i diritti di tutte le persone: “Siamo davvero contenti della collaborazione ottenuta dalle famiglie. È bello vedere genitori, anche anziani, mettersi alla prova con la tecnologia. È un messaggio di speranza, che di questi tempi fa davvero bene”.