“Noi sindaci siamo coinvolti in un nuovo ruolo che intesse economia, impresa, cultura e sociale. Ecco perché uso spesso questa formula, che sintetizza le responsabilità derivanti dalla consapevolezza: Più protagonismo e meno personalismo. Maggiore protagonismo dei sindaci nelle scelte del territorio, giocando il ruolo che ci compete. Minore personalismo perché ritengo che molte delle dispute del passato abbiano inquinato i pozzi del dialogo e della coesione senza solide basi amministrative o politiche. Mi auguro che il dibattito con il collega sindaco Antonio Grassi, spesso su posizioni distanti dalle mie (ma del resto i dibattiti si fanno per quello!) possa offrire lo spunto per una ripartenza del Cremasco!”.
Questo il pensiero di Stefania Bonaldi prima dell’incontro di sabato mattina in Sala Ricevimenti. Moderati dal giornalista Giovanni Palisto, sindaci, consiglieri, imprenditori, politici di ieri e di oggi si sono dati appuntamento per riflettere sull’unità del Cremasco e sul suo valore come territorio. Non sono mancate dispute e in alcuni casi la voce si è alzata. D’altronde la spaccatura tra i primi cittadini cremaschi, partiti a parte, in Scrp, ora Consorzio.IT, non è una novità di oggi.
Tutti d’accordo, in ogni caso, sulla necessità di trovare strumenti per far crescere il peso specifico del Cremasco nel dialogo con gli Enti superiori, Provincia, Regione e Governo. Ottimista l’ex sindaco di Agnadello, Giovanni Calderara, ma anche Mara Baronchelli, un tempo alla guida di Pianengo: a suo parere va ripensata l’organizzazione territoriale, considerando che il Cremasco è capace di pensare territorialmente. Tutti per uno, uno per tutti, insomma, e non al campanilismo, guardando con positività ai progetti di ampia portata: Andrea Ladina è tornato sul metrò fino a Paullo.
Per Agostino Alloni, ex assessore comunale e consigliere regionale, i piccoli Comuni devono guardare al bene superiore: un esempio su tutti, i problemi incontrati con alcune infrastrutture. Il sindaco di Montodine, Alessandro Pandini, a chiare lettere, ha chiesto ai sindaci fuoriusciti da Scrp, come Casale con lo stesso Grassi, di rientrare: la frattura non giova ai piccoli Comuni, già in difficoltà nella gestione quotidiana dei servizi, dalla polizia locale ai segretari generali. L’invito a camminare insieme è arrivato anche dalla padrona di casa Bonaldi. Una rete ciclabile che unisca il territorio, scelte ambientali facendo sistema, magari con un unico Pgt Cremasco, possono rappresentare un bell’elemento di unione futura. Ma non solo. Ha menzionato anche un hub dell’innovazione pubblico e privato, puntando a ricerca e formazione come chiavi di volta per aumentare la competitività. Senza dimenticare la battaglia per i presìdi territoriali e l’ospedale. Un peccato l’assenza del presidente dell’Area Omogenea Aldo Casorati.
Grassi, ha “strizzato l’occhio” a chi l’ha invitato a rientrare in Scrp (chissà…) e al quesito di Marco Cavalli, ex sindaco di Romanengo. “Avete un progetto su questo territorio? Per dialogare, la condizione sine qua non posta dal sindaco casalese, però, è la risoluzione del “caso Scrp (pagamento quote per i Comuni che si sono chiamati fuori), senza l’esclusione, s’è capito, di un possibile rientro futuro”.