Sequestro di persona, violenza sessuale, rapina aggravata e lesioni personali. Sono i capi d’imputazione che figurano sulla denuncia formalizzata dai Carabinieri a carico di un 41enne albanese residente in provincia di Como.
I fatti risalgono al 2010 quando “una giovane meretrice romena – spiegano dal Comando Provinciale dell’Arma – era stata soccorsa dai Carabinieri del Nucleo Operativo e radiomobile della Compagnia di Crema a seguito di violenze subite. In sede di denuncia la ragazza spiegava che mentre si trovava lungo Paullese era stata avvicinata da un cliente di anni 30 circa, di origine albanese che con violenza l’aveva costretta a salire a bordo della sua auto. L’uomo dopo aver parcheggiato in un luogo appartato alle porte di Pandino, dopo averla picchiata l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale al termine del quale le avrebbe rubato i documenti, il telefono e 300 euro in contanti. Alla malcapitata, trasportata presso l’Ospedale di Crema, veniva riscontrata, prima del trasferimento alla ‘Mangiagalli’ di Milano, una vasta contusione allo zigomo sinistro e varie ecchimosi al volto, agli arti superiori ed al tronco”.
Sul posto era stata fatto intervenire anche personale specializzato che, prelevato il materiale biologico, riuscì a risalire al DNA dell’aggressore. Trasmesso il profilo genetico alla banca dati l’enigma sul volto e sul nome dell’aggressore è rimasto irrisolto sino ai giorni scorsi quando i Ris di Parma, grazie a nuove e innovative tecniche di esami e campionamenti, sono riusciti a trovare corrispondenza tra il DNA prelevato e quello appartenente a un 41enne albanese residente nel Comasco. Per tale ragione l’uomo è stato deferito.