“Gino Bartali, un grande fra i Giusti”. In occasione della Giornata della Memoria, l’Azione Cattolica di Pandino, avvalendosi del patrocinio del Comune, promuove per domenica 26 gennaio alle ore 16, nella Sala Civica, un incontro che invita a riflettere.
Il presidente dell’Azione Cattolica di Pandino, Roberto Ferla, fa notare che “il relatore, Pierluigi Torresani, esperto di processi formativi in ambito sportivo, di storia e cultura dello sport, traccerà un quadro articolato della vicenda, della figura di Bartali e del periodo storico in cui si è svolta, toccando i seguenti temi: l’Italia anni ’50, la carriera sportiva, l’impegno civile, sociale, politico, la rivalità con Fausto Coppi, un Giusto fra le nazioni, le leggende metropolitane”.
Nel corso dell’incontro verranno rievocate anche antiche memorie mediante i suoni della fisarmonica di Enrico Medri e la voce di Patrizia De Vita. Ferla aggiunge che, “come si è scoperto in tempi relativamente recenti, il grande campione sportivo, orgoglio nazionale, fu anche un uomo di grande impegno umano e civile: sfruttando la sua fama di asso del pedale, universalmente noto e stimato, dall’ottobre 1943 al giugno 1944, utilizzò le strade per gli ‘allenamenti’ fra Firenze e Assisi per il trasporto di documenti – opportunamente celati nel telaio della preziosa bicicletta – che permisero di salvare da sicura deportazione e morte circa 900 ebrei italiani residenti in Toscana e Umbria”. Il motivo per cui la vicenda rimase a lungo sconosciuta è da ricondurre alla ferma opposizione di Bartali a divulgarla: “Il bene si fa, ma non si dice” era il suo motto, ripetuto più volte alla moglie Adriana e al figlio Andrea. Lo Stato Ebraico, come segno perpetuo di riconoscenza, inserì nel 2013 il suo nome nel Memoriale dei Giusti di Gerusalemme.
Il presidente dell’Azione Cattolica di Pandino, Roberto Ferla, fa notare che “il relatore, Pierluigi Torresani, esperto di processi formativi in ambito sportivo, di storia e cultura dello sport, traccerà un quadro articolato della vicenda, della figura di Bartali e del periodo storico in cui si è svolta, toccando i seguenti temi: l’Italia anni ’50, la carriera sportiva, l’impegno civile, sociale, politico, la rivalità con Fausto Coppi, un Giusto fra le nazioni, le leggende metropolitane”.
Nel corso dell’incontro verranno rievocate anche antiche memorie mediante i suoni della fisarmonica di Enrico Medri e la voce di Patrizia De Vita. Ferla aggiunge che, “come si è scoperto in tempi relativamente recenti, il grande campione sportivo, orgoglio nazionale, fu anche un uomo di grande impegno umano e civile: sfruttando la sua fama di asso del pedale, universalmente noto e stimato, dall’ottobre 1943 al giugno 1944, utilizzò le strade per gli ‘allenamenti’ fra Firenze e Assisi per il trasporto di documenti – opportunamente celati nel telaio della preziosa bicicletta – che permisero di salvare da sicura deportazione e morte circa 900 ebrei italiani residenti in Toscana e Umbria”. Il motivo per cui la vicenda rimase a lungo sconosciuta è da ricondurre alla ferma opposizione di Bartali a divulgarla: “Il bene si fa, ma non si dice” era il suo motto, ripetuto più volte alla moglie Adriana e al figlio Andrea. Lo Stato Ebraico, come segno perpetuo di riconoscenza, inserì nel 2013 il suo nome nel Memoriale dei Giusti di Gerusalemme.