Cremasco – Bracconieri denunciati, liberati volatili ancora vivi

Continuano i controlli congiunti Carabinieri Forestali di Cremona e Polizia Provinciale sull’attività venatoria 2019/2020. Questa volta a finire ‘nella rete’ sono stati due sessantenni della Bergamasca, di cui uno titolare di appostamento fisso già oggetto di controlli pregressi. I due avevano allestito a regola d’arte, proprio nelle vicinanze dello stesso appostamento situato nelle campagne cremasche, un impianto di cattura con reti da uccellagione (tipo ‘brescianella’) con sostegni in pali di bambù, fissati con bacche per attirare e successivamente intrappolare gli uccelli nelle reti.

A insospettire gli operatori impegnati in attività di perlustrazione appiedata nei territori tra Soncino e Genivolta, è stata un’auto ferma a pochi passi dal capanno autorizzato per la posta fissa. Militari della Stazione Carabinieri Forestale Cremona e Polizia Provinciale individuavano nelle vicinanze dell’impianto di cattura due soggetti, riconosciuti come i gestori del vicino appostamento fisso. Gli operatori hanno subito proceduto allo smantellamento e al successivo sequestro dell’illegale impianto di uccellagione, dei materiali da poco utilizzati per l’allestimento e della fauna rinvenuta costituita da due fringillidi, otto passeriformi ed esemplari di picchi rossi maggiori abbattuti (specie protetta e non cacciabile). Nell’auto di un bracconiere veniva rinvenuto un sacco con all’interno due turdidi vivi appena catturati oltre a un altoparlante e cassette acustiche solitamente utilizzati come ‘richiamo acustico’.

Le attività di perquisizione si sono poi estese nella Bergamasca e presso il domicilio dei due bracconieri dove sono state rinvenute e sequestrate altre reti da uccellagione e attrezzature non autorizzate per l’inanellamento degli uccelli catturati; uccelli che poi con molta probabilità sarebbero stati utilizzati come ‘richiami vivi’. L’ attività di inanellamento è disciplinata e soggetta a specifica Autorizzazione Regione Lombardia.

Immediata è scattata la denuncia per i reati in concorso di uccellagione, detenzione di mezzi per l’uccellagione non consentiti, omessa custodia di armi da fuoco e contraffazione di pubblici sigilli. L’uccellagione è una pratica vietata dalla Legge n.157/1992 perché sottopone l’avifauna a sofferenze indicibili e provoca la morte indiscriminata di molti uccelli. Essa è mirata anche alla cattura viva degli esemplari ai quali viene apposto al tarso degli stessi (nei casi più comuni Turdidi) un anello chiuso, appositamente alterato per farlo assomigliare ad un esemplare nato in cattività.