SIRIA – 80.000 bambini sfollati, 5 uccisi e 26 feriti. Distribuiti i pacchi viveri alle famiglie cristiane in fuga

Siria
Si lavora alacremente nei Centri di speranza di Porte aperte, ad Hassaké, in Siria, da dove giungono notizie di “sgomberi, persone in fuga, ritiro dei curdi in alcune aree e interruzioni del cessate il fuoco”. Intanto le diplomazie muovono le loro pedine in attesa dell’incontro tra Erdogan e Putin. “Tra la popolazione in fuga ci sono anche cristiani, minoranza nella minoranza”, affermano da Porte aperte (Open doors), associazione impegnata da anni a mobilitare la Chiesa al sostegno dei perseguitati. “I curdi si sono ritirati da Ras al-Ayn, ma con essi anche molte famiglia di cristiani, che non si sentono al sicuro, non solo per le bombe turche, ma anche per le forze coalizzate all’esercito turco, le quali secondo le accuse di molti non fanno molta distinzione tra civili e soldati curdi. In quell’area ci sono anche curdi ex-musulmani convertiti alla fede cristiana, che quindi sono infinitamente vulnerabili”. “Queste famiglie sono così grate del vostro aiuto”, spiega Nazyra Asyo, riferendosi ai pacchi viveri di Porte aperte che, attraverso la chiesa locale ad Al Hasakah, stanno distribuendo a 45 famiglie fuggite principalmente proprio da Ras al-Ayn. Porte aperte, attraverso i partner locali, sta soccorrendo con pacchi viveri in varie zone, come a Qamishly (nord Siria, confine con Turchia, zona di guerra) da cui giungono richieste di preghiere “perché la pace sia completa. C’è ancora molta tensione nell’atmosfera e le mosse politiche non sono chiare dalla nostra prospettiva. Confidiamo che, in mezzo a tutto questo, Dio ci aiuti a costruire il Suo regno”.

UNICEF PARLA DELLA DIFFICILE SITUAZIONE DEI BAMBINI E NON SOLO

Aumenta il numero di bambini sfollati dal 9 ottobre nel nordest della Siria: è arrivato a 80.000 bambini. La denuncia è dell’Unicef che parla anche di 5 bambini uccisi e 26 feriti. Secondo l’organizzazione internazionale “circa 2.000 bambini sono arrivati nella regione irachena del Kurdistan superando il confine a Sahela e Al-Waleed e ora si trovano al campo di Badarash a Dohuk”. Qui l’Unicef sta vaccinando i bambini, fornisce supporto psicosociale e sta lavorando per identificare e fornire orientamento ai bambini e alle madri che richiedono assistenza specializzata. Gli operatori dell’Unicef sono al confine e lavorano con i partner e il Dipartimento per la Sanità per fornire acqua, alimenti terapeutici pronti all’uso, kit igienici e vaccini contro polio e morbillo. Una squadra mobile per la protezione dei bambini è al confine a Sahela per fornire supporto psicosociale e rispondere ai casi più urgenti. Fino ad ora, sono stati identificati 9 bambini non accompagnati, 6 di questi sono stati riuniti alle loro famiglie, 2 famiglie sono state rintracciate, mentre un caso è ancora in via di gestione. L’approvvigionamento idrico alla città di Al-Hasakeh è ripreso lunedì grazie agli interventi di riparazione realizzati dai partner locali sulla rete elettrica alla stazione idrica di Allouk, sabato scorso. L’Unicef ha fornito 16.000 litri di carburante che saranno utilizzati per il generatore di energia se la corrente elettrica dovesse interrompersi ulteriormente. Funziona al 50% (15 pozzi su 30) invece la stazione idrica di Allouk che normalmente fornisce acqua a 400.000 persone. Se la stazione non tornerà di nuovo pienamente funzionante o se non pioverà molto, questa fornitura idrica non potrà proseguire per più di un mese. Le squadre per la riparazione hanno bisogno di accesso continuativo ad Allouk per riportarla alla capacità massima. È importante, fa sapere l’Unicef, che non si verifichino altri danni alla stazione idrica – soprattutto per gli oltre 200.000 bambini che dipendono da essa. L’Unicef chiede ancora una volta “a tutte le parti in conflitto di fermare gli attacchi contro e attorno le infrastrutture civili, comprese le strutture idriche nella Siria Nord Orientale e ovunque nel Paese”.