Dopo la presentazione delle Linee pastorali da parte del Vescovo e dopo i lavori di gruppo sulle stesse di sabato scorso, il cammino della nostra Chiesa diocesana alla vigilia di un nuovo anno pastorale è proseguito la sera di mercoledì 25 settembre con la celebrazione, in Cattedrale a Crema, della Messa con il conferimento del Mandato a tutti gli operatori pastorali. Ha presieduto monsignor Gianotti, insieme a un bel numero di sacerdoti.
Commentando in particolare il brano del Vangelo in cui Gesù affida ai Dodici la missione, il vescovo Daniele ha colto nei verbi “evangelizzare” e “guarire” le indicazioni di fondo di un programma pastorale sintetico. “Annunciare il Vangelo – ha detto – rimane il cuore della missione, la ragione stessa dell’esistenza della Chiesa. L’annuncio, a sua volta, contiene in sé un’efficacia terapeutica: è annuncio che salva, e per questo ‘annunciare’ e ‘guarire’ non sono due azioni semplicemente accostate l’una all’altra, ma sono in qualche modo due risvolti dell’unica azione, dell’unica missione”.
Ogni impegno e attività dell’anno pastorale, ha rilevato il Vescovo, dovrà misurarsi sempre con queste domande: “Stiamo annunciando il Vangelo di Gesù Cristo, e lo stiamo facendo anzitutto da persone consapevoli di essere state risanate dal Signore? E testimoniamo e annunciamo il Vangelo in modo che sia ‘risanante’, che offra agli uomini e donne del nostro tempo una possibilità, un orizzonte di vita piena?”. Ricevere un Mandato missionario significa inoltre “riflettere sui mezzi di questa azione evangelizzatrice e sui luoghi nei quali essa si svolge”. Per quanto riguarda i mezzi, monsignor Gianotti ha indicato “la povertà più radicale, a ricordarci che non è la potenza dei mezzi umani a rendere efficace l’annuncio”.
Per i luoghi, invece, il vescovo Daniele ha sottolineato la “dimensione quotidiana della parrocchia, Chiesa ‘tra le case’ degli uomini, che non possiamo in nessun modo trascurare o deprezzare”. Ma Gesù dice anche di “andare dappertutto”: da qui l’invito “a uscire dalle nostre abitudini e dai sentieri sempre battuti e tracciati con sicurezza, per andare con coraggio apostolico verso altri orizzonti. Se ha un senso l’opzione delle Unità pastorali, è precisamente anche quello di aiutarci a uscire, di ricordarci quel ‘dappertutto’ che è il campo aperto alla missione che il Signore ci affida”.