EDUCAZIONE SANITARIA – Il disturbo dell’ipocondria

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Le manifestazioni riconducibili all’ipocondria sono essenzialmente: la preoccupazione, che perdura da almeno sei mesi, di avere o contrarre una malattia grave; l’attenzione persistente e continua riguardo la propria salute, che si traduce in frequenti quanto clinicamente inutili controlli e consulti medici, parlare continuamente con tutti del “problema”, cercare in Internet; l’evitamento di tutte le circostanze che potrebbero nuocere al benessere, in generale, e alle patologie su cui si concentra l’ossessione del paziente, in particolare; l’ascoltare e controllare continuamente ogni segnale del proprio corpo.
L’effetto di questa tentata soluzione ridondante è il paradosso del “controllo che fa perdere il controllo”: la persona è preda di una fissazione ossessiva che la spinge ad agire un controllo esasperato su qualcosa che controllabile non è; così facendo, il controllo diviene disfunzionale e innesca un circolo vizioso che costruisce il disturbo.

LA CURA DELL’IPOCONDRIA

L’ipocondria può insorgere a qualsiasi età anche se si sviluppa più spesso nella prima età adulta. È ugualmente comune in uomini e donne e può insorge durante periodi di intenso stress, dopo una grave malattia oppure dopo la perdita di un familiare. L’ipocondria ha spesso un decorso cronico.
Riguardo alle probabili cause dell’ipocondria, è stato ipotizzato che malattie gravi vissute nell’infanzia ed esperienze pregresse di malattia di un membro della famiglia siano associate al manifestarsi dei sintomi ipocondriaci. Alcuni studiosi, invece, ritengono che questo disturbo riveli certe disposizioni, rappresentazioni e tratti di personalità del paziente (per esempio tendenza eccessiva al controllo).
Notevoli appaiono essere i legami fra lo sviluppo dell’ipocondria e un’educazione familiare che predispone alla paura delle malattie. Nel rapporto del paziente ipocondriaco con i propri
genitori, è quasi sempre possibile riscontrare una componente di apprensione eccessiva. Il paziente ipocondriaco non riconosce la natura psicologica del suo disturbo e persevera nel cercare una spiegazione medica al suo disagio. Il timore di sviluppare una patologia medica rivela pertanto un grande senso di vulnerabilità, che sarà il target della psicoterapia.
Le cose da non fare: fare diagnosi “personali” cercando su Internet; parlarne con tutti alla ricerca di aneddoti tranquillizzanti; consultare troppi medici fino a non capirci più nulla; trascurare la problematica psicologica che è alla base del disturbo. La cura dell’ipocondria: farmacologica che si basa fondamentalmente sugli antidepressivi e la psicoterapia “cognitivocomportamentale” che la ricerca scientifica ha dimostrato essere potenzialmente più efficace rispetto alle altre per questo tipo di disturbo.
dott. NORI DONARINI

Medico del Dipartimento
di Salute Mentale