Alcuni anni, quelli scolastici, se ben vissuti, sono formativi per l’intera esistenza. Questo è quanto è accaduta ad Augusta Malfassi (classe 1946, nata a Torlino Vimercati, ma residente da tempo a Crema) che ha frequentato, avendo ricevuto una borsa di studio come figlia di dipendente di Enti locali, il Collegio Regina Elena di Sansepolcro (Ar) dal 1957 al 1961. Su sua iniziativa una quindicina di collegiali, si sono incontrati in un raduno organizzato 56 anni dopo il loro ultimo giorno di permanenza presso il Collegio, ricevendo anche un saluto dalle autorità e un attestato di benemerenza dalla autorità del comune. Una realtà scolastica, il Regina Elena, di antichissimi origini che risalgono agli inizi del 1200 come chiesa San Bartolomeo, trasformato poi in conservatorio nel 1785 per l’istruzione di fanciulle. Poi con Regio decreto nel 1936 l’ingente patrimonio fu trasferito all’Infadel poi all’Inpdap con l’obbligo di istituire e mantenere il Convitto e l’Istituto Magistrale oggi liceo San Bartolomeo. Il nuovo conservatorio nel 1937 fu chiamato Regina Elena in onore di Maria Jose che nel ’37 venne ad inauguralo.
Malfassi è anche autrice del bel libro dal titolo La ragazza con le trecce (stampato ‘con passione’ dalla scrittrice stessa) che racconta “il sapore buono della cioccolata della domenica mattina in refettorio, il gusto dei biscotti Nipiol appena sfornati, assaggiati durante una visita alla Buitoni, con le ragazze in guanti bianchi.
Non solo il Collegio e Sansepolcro nel libro, anche tutte quelle città che lei ha conosciuto nel corso di quegli anni. “Nel testo – scrive Michele Foni nella prefazione – c’è il piacere e la voglia di costruirsi un futuro, cogliendo, a piene mani, tutte le opportunità.. così come c’è la capacità di aver saputo spolverare il suo album di ricordi”.
Il libro, dedicato al figlio Aldo, inizia dalla narrazione del paese dell’autrice Torlino, piccolo centro agricolo, dalla lunga storia.
Quindi la famiglia, i fratelli e l’arrivo di quella busta gialla che le avrebbe arricchito la vita. Il racconto dell’atmosfera familiare, prima della partenza, del viaggio e dell’emozione all’ingresso del collegio, così come il resto del libro, è descritto con uno stile intimo, quasi come se l’autrice raccontasse questa vicenda della sua vita, a un amico, un parente, un nipote… Il collegio è ospitato in un bellissimo palazzo, con marmi e scalinate ‘vietate’ perché riservate per le grandi occasione. La vita in collegio inizia con la prima Messa, le preghiere e le prime amicizie… Quindi l’inizio della scuola, la Luca Pacioli, allora le elementari e tanti episodi, piccoli e grandi, come il ricordo di un Natale speciale trascorso in collegio, dove Augusta viene raggiunta dalla sorella Geppy. Fino alla dolorosissima perdita della mamma perché… “nulla sarebbe stato più come prima, ne per noi fratelli, ne per mio papà”.
Il racconto della vita di quegli anni è costellato di ricordi: la celebrazione della Pasqua, la gita ad Ancona, il concerto di fine anno e le vacanze estive trascorse in campagna, a Camisano e il ritorno in collegio, dopo avere vissuto il settembre nella sua piccola Torlino. Una narrazione ‘domestica’, in cui i ricordi si susseguono lucidissimi: emozioni, momenti felici e meno felici, l’atmosfera del collegio, rigorosa per alcuni aspetti ma egualmente serena, capace di dare calore e di istruire le proprie alunne per prepararle a una vita ricca di cultura (l’opera, il cinema…) , come pure di amore e rispetto. I primi amore, gli esami finali, le amicizie, il matrimonio della sorella e ‘l’addio a Sansepolcro’ a quella città e a quell’atmosfera che l’autrice porterà sempre nel cuore e che ha saputo riversare con cos’ì tanto affetto nelle parole del libro.
Preziose le fotografie che arricchiscono il volume: da quelle familiari a quelle scattate in collegio, significative nel loro sapore di un passato ancora avvinghiato alla memoria e al quale essere soprattutto grati.
Il libro verrà presentato sabato 5 ottobre presso Santa Maria di Porta Ripalta.