COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 1° SETTEMBRE

monastero

 Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

 

Oggi andiamo a scuola da Gesù attraverso la parabola che il Vangelo di Luca ci propone, l’insegnamento avviene nella casa di un fariseo. Gesù non solo va dai pubblicani a mangiare, ma anche a casa dei farisei per far comprendere che il regno dei cieli è aperto a tutti. Gesù è dunque a pranzo e, osservando come gli invitati scelgono sempre i primi posti, racconta una parabola. E suggerisce: qualora sei invitato a nozze da qualcuno, scegli l’ultimo posto in modo che nessuno possa dirti: amico, cedimi il posto! L’insegnamento è chiaro: chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.

Gesù ci parla di umiltà e ci parla dell’ultimo posto. L’umiltà è un modo di essere. L’ultimo posto un modo di fare. Se faccio della mia vita un dono e un atto d’amore, fare avanzare l’altro perché è più importante di me, non sarà così difficile, non sarà una violenza così grande al mio cuore. L’uomo umile non sceglie il posto, sceglie Gesù. Quindi quello che è determinante capire nella nostra vita è se le nostre scelte sono fatte in un’ottica di Vangelo, quindi del Signore, o se sono fatte in un’ottica puramente umana e mondana. Quindi: io non scelgo il posto, scelgo Gesù Cristo e il posto che lui mi dà.

San Benedetto dice che bisogna sempre scegliere l’ultimo posto perché l’altro è più importante di te, il fratello, la sorella sono più importanti di te. Ma l’ultimo posto appartiene a Gesù Cristo! Charles de Foucauld diceva: “Io non possono portare via l’ultimo posto, mettermi all’ultimo posto, perché quello l’ha preso Gesù.” Io posso essere solo accanto a lui in questo ultimo posto. Non è una questioni di posti è una questione di scegliere Gesù Cristo. L’umiltà allora non è una virtù, è rivestirsi di Cristo. Se scelgo l’umiltà, mi rivesto di Cristo. Allora la vita viene letta in un’ottica di familiarità con Gesù. Tu, Signore cosa scegli? Che cosa faresti? Quando noi siamo abitati da Cristo, il fratello e la sorella non sono solo le persone alle quali cedere il posto, ma persone alle quali dono un posto.

Il Signore in questa parabola mi chiede di donare il cuore. Non solo di fare ciò che è corretto: non mi scelgo il posto, ma addirittura lo dono all’altro.

L’umiltà ci aiuta a liberarci da ogni ripiegamento su noi stessi… Ci libera dai fronzoli, da tutti i pensieri di apparenza. La vera umiltà ci salva dalle maschere e dagli artifizi delle buone maniere, perché l’umiltà va dritta al cuore. Perché hai fatto questo gesto? Con quale sentimento? 

Inoltre l’umiltà ci protegge anche dal guardarci attorno sul cosa fanno gli altri e sul come mi guardano gli altri. Mi protegge dal bisogno di essere guardato, giustificato, apprezzato perché l’umile va all’essenziale, va al dono, devo compiere questo gesto nel nome di Cristo e per Cristo, con la capacità di ridonare all’altro la sua dignità, portarlo ad una grandezza che nemmeno lui conosce. Allora sarà proprio Gesù che ci metterà al nostro posto.

Madre Teresa di Calcutta diceva: “Il Signore ti ha fatto regina, mettiti sul trono. Il Signore ti rende povero, sta sui marciapiedi”. Il Signore ti pone in un posto. E allora dobbiamo sempre dirci: “Il posto che il Signore mi ha dato, è il posto che mi porta di più all’umiltà e quindi a conformarmi con Lui.” Gesù non ha posto, la croce oggi non ha posto nelle nostre case, nei nostri ambienti. Qual è il posto di Gesù in me? Perché possa capire, in realtà dov’è il mio posto? Allora l’umiltà è prima di tutto scegliere lui, è quella capacità di metterci dietro a Gesù e di far sì che le situazioni più basse, più umilianti in realtà diventino il luogo dell’incontro con lui perché lui ha scelto proprio questo posto, l’ultimo, il più silenzioso e il meno appariscente. Il libro dei Siracide dice : “Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti”. Allora perché scelgo di stare all’ultimo posto con lui? Proprio per avere questa intimità con Dio, dove lui mi rivela il suo cuore che è alla base della gioia. Amen

Madre Maria Emmanuel Corradini, OSB
Badessa Monastero Benedettino San Raimondo – Piacenza

Lectio quotidiane sul sito del monastero: www.monasterosanraimondo.net