Nel precedente numero del nostro giornale (03/08/2019) abbiamo riferito del viaggio compiuto dal vescovo di Crema Daniele Gianotti nella diocesi di Locri-Gerace dove è attivo da sette anni il progetto Giovani on the road organizzato dalla Pastorale Giovanile e dalla Caritas di Crema. In questa occasione sua eccellenza ha potuto visitare anche il Museo Diocesano di Gerace deve era attivo un cantiere di restauro allestito nell’ambito del progetto Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace. Questa importante iniziativa di studio, tutela e valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici è stata ideata dal restauratore di fama internazionale Giuseppe Mantella. Il progetto si propone di favorire un clima di fattiva collaborazione tra la Chiesa Cattolica e lo Stato, richiamando quantoesplicitamente affermato nell’Accordo concordatario del 1984 in riferimento «alla reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese», e ribadito nelle successive intesefra la Conferenza dei Vescovi e lo Stato, fino al più recente accordo stipulato fra la CEI e il MiBAC, firmato a Roma nel gennaio del 2005.
La prima edizione ha avuto luogo nel 2016. Il progetto ècoordinato da don Fabrizio Cotardo e don Angelo Festa e promosso da Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, in collaborazione con il Segretariato Regionale della Calabria, Regione Calabria, Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia,Soprintendenza ABAP per le provincie di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Collaborano al progetto la Pontificia Università Gregoriana;l’Università degli Studi di Napoli Federico II; l’Università diTrento; l’Università della Calabria; le Accademie di Belle Arti di Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli e l’Aquila; Settore 5 Formazione Professionale della Città Metropolitana di Reggio Calabria – Corso per Collaboratore Restauratore. Dal 2018 il progetto è supportato dall’Associazione Culturale Meissa che si occupa dell’organizzazione.
Ogni anno i parroci delle diocesi calabresi segnalano delle opere particolarmente bisognose di interventi conservativi. Questevengono trasferite nei locali della Cittadella Vescovile di Gerace dove si procede al restauro. Qui per tre settimane giovani architetti, storici dell’arte, archeologi, conservatori, restauratori, collaboratori restauratori, diagnosti e archivisti, sotto la direzione del prof. Mantella e sotto la sorveglianza dei funzionari delle Soprintendenze competenti, procedono allo studio, al restauro e alla valorizzazione delle opere.
I ragazzi, under 40, vengono selezionati tramite un bando annuale e scelti in base ai curricula e alle competenze specifiche maturate durante i loro studi e la loro carriera professionale. I partecipanti sono ospitati nel seminario di Locri ed è garantito loro il vitto e l’assicurazione per tutta la durata del cantiere. In pratica restano a loro carico solo le spese di viaggio.
Il progetto, giunto alla quarta edizione, ha consentito a oltre 120 ragazzi di svolgere una concreta attività lavorativa nel settore del patrimonio culturale. Tra le molte cose realizzate si possonoricordare il recupero degli altari barocchi della Cattedrale di Gerace, smantellati nel XX secolo; l’intervento sul monumento funebre Carafa nella chiesa matrice di Caulonia, capolavoro della scultura rinascimentale opera di Antonello Gagini; il convegno svoltosi alla Pontificia Università Gregoriana (Roma, 17 maggio 2018) di cui a breve saranno pubblicati gli atti; la realizzazione della mostra Arte e Fede Immagini dei Santi Taumaturghi in Calabria dal XVI al XIX secolo (Gerace, 11 aprile – 30 giugno 2019).
Tra gli “effetti collaterali” del progetto possiamo aggiungere il forte impulso dato al recupero della Cittadella Vescovile di Gerace e alla nascita del Museo Diocesano.
Fra le opere studiate e restaurate in occasione dell’edizione del 2019 la più importante è il gruppo ligneo raffigurante l’Assuntaproveniente dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli a Badolato opera dello scultore calabrese fra’ Diego da Careri. Attivo nei decenni centrali del Seicento, il frate francescano lavorò anche per i conventi di Como, Lecco e Varese. Le opere da lui realizzate in Lombardia, sono ancora conservate, sebbene non nei conventi originari, soppressi in età napoleonica. Le sculture lombarde sono state oggetto degli studi di Daniele Pescarmona nel 2005 e 2007 e in anni più recenti del conservatore del Museo Civico di Crema e del Cremasco, Matteo Facchi, che il 9 agosto 2019 è stato invitato a tenere una conferenza a Gerace per gli studenti del progetto intitolata Fra’ Diego da Careri nel Ducato di Milano.
L’alto livello scientifico del progetto, i risultati concreti nella tutela e nel restauro delle opere, il sostegno dato alla pastorale attraverso l’arte, le importanti ricadute occupazionali per i giovani professionisti dei beni culturali e per il settore turistico, non possono che essere uno stimolo affinché anche Crema si doti presto di un Museo Diocesano come sta avvenendo nella vicina Cremona