Le malattie renali, in buona parte dei casi, possono essere guarite o comunque efficacemente curate, specialmente con misure di prevenzione e diagnosi precoce; nel caso di Insufficienza Renale Cronica terminale (Irc) si rende necessaria la sostituzione della funzione con due possibili terapie: la dialisi (extracorporea e peritoneale) e il trapianto renale.
A oggi 2,5 milioni di italiani soffrono di malattie renali e 50.000 sono in dialisi. Il trapianto renale rappresenta la soluzione terapeutica migliore (laddove è possibile) garantendo una migliore sopravvivenza e qualità di vita rispetto alla dialisi.
A oggi 2,5 milioni di italiani soffrono di malattie renali e 50.000 sono in dialisi. Il trapianto renale rappresenta la soluzione terapeutica migliore (laddove è possibile) garantendo una migliore sopravvivenza e qualità di vita rispetto alla dialisi.
Il trapianto renale consiste nell’inserimento nell’organismo di un soggetto, affetto da Irc, di un rene “nuovo” prelevato da un individuo donatore. Il donatore può essere un individuo deceduto per morte cerebrale o un individuo vivente. Nella quasi totalità dei trapianti il donatore presenta differenze genetiche più o meno marcate rispetto al ricevente che possono portare al rigetto dell’organo riconosciuto come estraneo dal ricevente stesso. Per impedire questa complicanza è necessario l’uso di farmaci immunosoppressori – definiti anti-rigetto – che il ricevente dovrà assumere costantemente. Anche nel nostro Centro i pazienti con Malattia Renale cronica avanzata (in dialisi o ancora in fase pre-dialitica) che possono ricevere un trapianto, vengono sottoposti a una serie di indagini cliniche allo scopo di accertarne l’idoneità per essere messi in lista di attesa.
Il tempo medio d’attesa in lista di trapianto renale è stimato intorno ai 3 anni durante i quali il paziente continua a recarsi tre volte la settimana presso il Centro Dialisi per eseguire sedute di emodialisi di 3-4 ore ciascuna, oppure esegue un trattamento di dialisi peritoneale al proprio domicilio. In tale periodo il paziente viene costantemente monitorato seguendo un dettagliato e condiviso follow up strumentale e clinico affinché, al momento della tanto attesa chiamata da parte del Centro trapianti, risulti idoneo a ricevere il rene. Il donatore-cadavere è una persona di qualunque età che decede in ospedale in Unità di Rianimazione a causa di una lesione irreversibile al cervello o di un prolungato arresto cardiaco accertato: una commissione di medici specialisti verifica la morte del paziente per irreversibile e completa cessazione dell’attività cerebrale, dopo di che si autorizza il prelievo degli organi. Esiste il consenso informato anticipato, con la dichiarazione di volontà al trapianto e il consenso presunto, cioè che si ritiene dato se il paziente in vita non si è espresso in senso contrario. In questo caso delicato c’è il coinvolgimento della famiglia.
A oggi sono 6.521 i pazienti che aspettano un rene; nel 2018 ci sono stati in tutto 2.217 trapianti. La sopravvivenza del paziente a seguito del trapianto è alta, così come quella dell’organo a 12 mesi dal trapianto e, similmente, la maggioranza dei trapiantati in età da lavoro riesce a tornare alle proprie mansioni. Una volta trapiantato, il paziente deve seguire una stretta sorveglianza clinica. Nel nostro Centro Asst è organizzato un ambulatorio dedicato al controllo dei pazienti trapiantati in fase di stabilizzazione clinica. Presso tale ambulatorio (telefono 0373.280389 – 280871) è possibile richiedere informazioni e colloqui poiché la delicatezza dell’argomento può essere fuorviata da documentazione imprecisa e inadeguata.
Alessandra Brazzoli – Direttore struttura semplice di Dialisi Peritoneale
e responsabile Ambulatorio Trapianto Renale.
Unità operativa di Nefrologia e Dialisi
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