IL COMITATO PER LA PIAZZA GARIBALDI presenta il progetto di riqualificazione degli architetti Scaramuzza e Zucchetti

Tutti hanno fatto i complimenti, ieri sera, presso la sala dell’oratorio cittadino di San Benedetto, agli architetti Scaramuzza e Zucchetti, per il progetto della nuova sistemazione della piazza Garibaldi: “equilibrato – è stato detto – nel rispondere alle diverse esigenze”. L’incontro è stato organizzato dal Comitato per piazza Garibaldi e moderato dal giornalista Pier Giorgio Ruggeri.

Peccato che l’Amministrazione ne abbia studiato uno proprio, tramite gli uffici tecnici del Comune (tenuto top secret) e non abbia nessuna intenzione di adottare quello dei due architetti cittadini. Ma chissà…  

A San Benedetto non perdono le speranze, perché il progetto presentato è giudicato veramente interessante. Per l’arch. Scaramuzza (che ha in sala proiettato i disegni per spiegarli al meglio) piazza Garibaldi non è mai stata trattata come una piazza. Una piazza poliforme, punto di arrivo di tanti cittadini che vengono da fuori città. Oggi traffico, perdoni, bici e moto creano una grande confusione. È necessario razionalizzare.

Secondo il progetto comunale la piazza, partendo da via Mazzini, arriverebbe solo all’altezza del bar Garibaldi. L’idea degli architetti di San Benedetto è invece quella di allargarla includendo anche il monumento a Garibaldi: l’eroe dei due mondi non va sminuito a una funzione di rondò per le autovetture e ha il diritto di essere trattato meglio di quanto si fa oggi: spazio per il bivacco di tanti ragazzi.

La proposta degli architetti di San Benedetto (sono ambedue nativi della parrocchia cittadina) è di dividere la piazza in quattro parti: quella del traffico cittadino (corsia di andata e corsia di ritorno ambedue a est della statua) per permettere al traffico di defluire in e da via Griffini, quella per la gente che si incontra (il cuore della piazza stessa), lo spazio davanti al bar Garibaldi e a “Serafino” adibito a parcheggio (una quindicina di box), infine la piazzetta davanti alla chiesa di San Benedetto, rigorosamente pedonalizzata.

“La piazza, per la sua storia – ha spiegato Vania – è una sorta di piccolo borgo, non è una piazza chiusa. La sua proposta è quella di separarla dal traffico, quindi pedonalizzarla, ma senza togliere un certo numero di parcheggi, sia nella parte pedonale che nello spazio già citato. Non “un progetto dei parcheggi” come qualcuno ha voluto in passato malignare, ma un progetto che prevede la possibilità di parcheggiare in alcune ore del giorno. 

 “È inoltre una piazza del centro storico – ha continuato – e va rispettata con l’utilizzo di materiali di pregio, una pavimentazione in pietra chiara, invece dell’inflazionato porfido, con pietre lavorate in modo tale da guidare anche i non vedenti.” Sono previsti infine filari di piante (ma non nella parte pedonale, per permettere eventuali mercatini), luci a pavimento e totale abolizione delle barriere architettoniche.

Vivace il dibattito sorto al termine della presentazione, con proposte, osservazioni e un concorde apprezzamento per i due architetti che si sono spesi per il bene della comunità cittadina.