Un pezzo di storia che se ne va. Se l’è portato via la fornace dell’Oriolo, al confine tra i territori comunali di Madignano e Castelleone, ridotta a rudere e completamente demolita. Con quel che rimaneva degli edifici se ne è andata anche la ciminiera.
Si trattava di una delle tante fornaci presenti nel territorio Cremasco in quella fascia che da Soncino, passando per Romanengo e Offanengo portava appunto sino al confine cremasco-castelleonese. Un’attività fiorente che ebbe rilevante importanza in Lombardia dalla prima metà dello scorso millennio quando il cotto e i laterizi iniziarono a sostituire il legno nell’edilizia privata.
Si trattava di una delle tante fornaci presenti nel territorio Cremasco in quella fascia che da Soncino, passando per Romanengo e Offanengo portava appunto sino al confine cremasco-castelleonese. Un’attività fiorente che ebbe rilevante importanza in Lombardia dalla prima metà dello scorso millennio quando il cotto e i laterizi iniziarono a sostituire il legno nell’edilizia privata.
L’Unione dei Comuni ‘Gerundo’, che vedeva proprio in Castelleone e Madignano due dei centri unitisi in ‘convenzione’, aveva elaborato un progetto di rilancio, insieme alla Provincia.
Erano gli anni tra il 2005 e il 2010, quando gli amministratori pubblici pensarono di poter far decollare un nuovo polo industriale sovraccomunale lungo una delle principali arterie viarie del territorio. La crisi economica stroncò sul nascere l’iniziativa che non riuscì mai a decollare. Qualche anno dopo naufragò l’esperienza della ‘Gerundo’, che aveva puntato molto del suo futuro sul Pip ‘La Fornace’.
Erano gli anni tra il 2005 e il 2010, quando gli amministratori pubblici pensarono di poter far decollare un nuovo polo industriale sovraccomunale lungo una delle principali arterie viarie del territorio. La crisi economica stroncò sul nascere l’iniziativa che non riuscì mai a decollare. Qualche anno dopo naufragò l’esperienza della ‘Gerundo’, che aveva puntato molto del suo futuro sul Pip ‘La Fornace’.
Nelle scorse settimane tabula rasa anche per quel che avrebbe dovuto essere il simbolo dello sviluppo produttivo dell’Unione.