ONU: Le variazioni climatiche, i conflitti e le crisi economiche fanno aumentare il numero di persone che soffrono di fame. Bisogna agire!

Ieri a Roma, presso la sede della Fao – Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura, 5 grandi agenzie Onu (Fao, World food programme/Pam, Unicef, Oms/Who, Ifad) è stato presentato il rapporto su “Lo stato della sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo 2018”. Un dato preoccupante è emerso: 821 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo contro le 672 milioni obese. Si è tornati a una situazione di un decennio fa.

INSICUREZZA ALIMENTARE: CAUSE E CONSEGUENZE

Le varie cause che generano ogni anno un numero maggiore di persone che soffrono la fame

Le cause principali dell’aumento dell’insicurezza alimentare sono le variazioni climatiche e gli eventi estremi che incidono sulla produzione agricola e l’accesso al cibo, i conflitti, la violenza e le crisi economiche. Tutto ciò che riguarda il settore nutrizionale paga quindi un tributo pesante ai cambiamenti climatici: “Diminuzione della qualità dei nutrienti e della diversità degli alimenti prodotti e consumati; effetti sull’acqua e sull’igiene; rischio sanitario e di contrarre malattie; ripercussioni sulle cure alle madri e ai bambini e sull’allattamento al seno”. La fame si fa sentire di più in quei paesi dove la sopravvivenza della popolazione dipende soprattutto dall’agricoltura, come nell’Africa sub-sahariana, con i sistemi agricoli più esposti all’aumento delle piogge, al rialzo delle temperature e a duri periodi di siccità.

GLI EFFETTI DELETERI DEL CIBO NON SANO

Diverse sono le forme di malnutrizione perchè “un accesso limitato ad alimenti salutari contribuisce alla denutrazione ma anche al sovrappeso e all’obesità. Aumenta inoltre il rischio di insufficienza di peso alla nascita, di ritardo nella crescita e di anemia nelle donne incinte”. La mancanza di cibo sano provoca infatti sovrappeso anche nelle ragazze in età scolare e nelle donne, in particolare nei Paesi a medio e alto reddito. “Il costo degli alimenti nutritivi, più cari degli altri, lo stress provocato dall’insicurezza alimentare e l’adattamento psicologico alle restrizioni alimentari – si legge – spiegano perché le famiglie che vivono nell’insicurezza sul piano alimentare possono essere più esposte al rischio sovrappeso e obesità”. È infatti noto che per i poveri il cibo a volte diventa una ossessione, ma quando riescono a procurarlo è di pessima qualità. In più le carenze alimentari nella donne in gravidanza imprimono sui figli una ‘impronta metabolica’ che accresce il rischio obesità e malattie.

L’APPELLO: “AGIRE SUBITO”

Tutti questi segnali negativi portano le cinque agenzie Onu a lanciare un appello corale: “Dobbiamo agire rapidamente e su più vasta scala per aumentare la resilienza e la capacità di adattamento dei sistemi alimentari per contrastare la variabilità del clima e gli eventi climatici estremi”. Per cercare di recuperare il tempo perduto in vista dell’obiettivo “Fame zero” del 2030, le organizzazioni chiedono di “sviluppare partenariati e finanziamenti pluriennali di grande ampiezza in favore di programmi di riduzione e gestione dei rischi derivanti dalle catastrofi e di adattamento ai cambiamenti climatici, all’interno di una visione a corto, medio e lungo termine”.