Dal Ruanda all’Ucraina, dal Centrafrica ad Haiti, dal Bangladesh all’Iraq. Spaziano nei cinque continenti le opere di misericordia realizzate grazie all’Obolo di San Pietro, una pratica antica quanto la Chiesa – come attesta il libro degli Atti degli Apostoli – con la quale i fedeli partecipano alle iniziative di bene del vescovo di Roma nei confronti della Chiesa universale. Comunione con il Papa e attenzione alle necessità dei fratelli: sono i due binari in cui si esprime il valore allo stesso simbolico e pratico di questa forma di solidarietà verso coloro che hanno più bisogno nel mondo, a cui ciascuno di noi può contribuire. Basta un “clic” sul sitoper trovare tutte le informazioni utili sulla modalità in cui far pervenire la propria offerta.
Haiti e Lesbo.
Le offerte dell’Obolo di San Pietro raccolte dalla diocesi di Cremona saranno destinate ai vescovi di Haiti, l’isola caraibica duramente colpita da un uragano Matthew e ora alle prese con la più grande crisi umanitaria dal terremoto del 2010, che ha provocato oltre 900 morti e migliaia di sfollati. 50mila euro è la somma stanziata in favore delle vittime del terremoto che ha devastato il sud dell’Isola di Lesbo, in Grecia: i fondi dell’Obolo saranno devoluti al villaggio ortodosso di Vrisa, raso al suolo dopo la prima scossa. L’offerta destinata dalla Santa Sede ha quindi anche un grande valore dal punto di vista ecumenico, visto che a beneficiarne sarà una popolazione a maggioranza ortodossa: a Lesbo, infatti, i cattolici sono appena 50.
Bangladesh e Centrafrica.
Presso la diocesi di Dinajpur, in Bangladesh, 400 km a nord-ovest della capitale Dacca, in una regione dove in questi ultimi anni si sono registrati numerosi episodi di violenza da parte dei fondamentalisti islamici nei confronti delle minoranze etniche e religiose, la Santa Sede ha finanziato un progetto per la ricostruzione delle abitazioni di 55 famiglie e di ogni credo religioso, vittime di attentati terroristici. Un segnale forte e concreto di pacificazione e di speranza che si aggiunge alle numerose iniziative di aiuto e sostegno, soprattutto in campo sanitario e scolastico, che il Pime (Pontificio Istituto Missione Estere) e le altre congregazioni religiose presenti svolgono in una delle aree più povere e dimenticate del mondo. Da maggio 2016 a Bangui i medici e i tecnici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma sostengono l’unico ospedale pediatrico presente in Centrafica, in collaborazione con l’Università di Bangui e le autorità locali. Oltre ad interventi urgenti per consentire un dignitoso funzionamento della struttura, sono stati acquistati un generatore e un trasformatore di corrente ed è stata attivata la rete fognaria. 16 i medici generici che sono stati assunti e 20 le borse di studio erogate per altrettanti specializzandi. Attualmente è in corso la ristrutturazione di tre reparti,
Ucraina e Giordania.
Il 3 aprile 2016, nella domenica dedicata alla Divina Misericordia, Papa Francesco ha chiesto a tutte le Chiese cattoliche d’Europa di promuovere una colletta per aiutare il popolo ucraino, duramente colpito dalla guerra civile. In tutte le diocesi sono state raccolte tra i fedeli 16 milioni di ero, di cui 5 sono stato donati personalmente dal Santo Padre. Le offerte sono state destinate ad aiutare anziani e bambini, le fasce più colpite dal conflitto, senza distinzione tra ortodossi e greco cattolici. Alla fine del 2014, su iniziativa della Segreteria di Stato della Santa Sede, è stata istituita una Commissione ad hoc per assicurare lo sviluppo dell’Università Americana di Madaba, il primo ateneo cattolico della Giordania: grazie alle donazioni ricevute dall’Obolo di San Pietro le attività didattiche dell’Ateneo potranno essere sostenute e migliorate per i prossimi anni.
Ruanda e Iraq.
A Nyamirambo, nella periferia di Kigali, in Ruanda, le suore salesiane dei Sacro Cuori gestiscono da molti anni l’Istituto “Filippo Smaldone” che si occupa di assicurare un’istruzione a bambini poveri audiolesi e vulnerabili, provvedendo a una piena integrazione sociale. Grazie al contributo della Santa Sede i locali della struttura verranno completamente ristrutturati e ampliati per consentire a un numero sempre maggiore di bambini di seguire le lezioni. L’arcidiocesi di Erbil, città del Kurdistan iracheno, dove è numerosa la presenza cristiana, ha ottenuto un finanziamento dalla Santa Sede per 10 borse di studio rivolte a giovani sfollati per accedere e completare la propria formazione universitaria in vista di una futura ricostruzione del Paese: un contributo importante per la normalizzazione dell’Iraq, un segno di aiuto concreto ai giovani della regione, che ancora convivono con l’incubo della guerra e delle violenze.
M. Michela Nicolais