In occasione del centenario della nascita di Achille Castiglioni, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Cremona, con la collaborazione della Fondazione Achille Castiglioni, ha organizzato un evento per ricordare il grande architetto.
Ieri ha avuto luogo la performance dell’architetto Eugenio Bettinelli dal titolo “Le Canzoni del progetto”, con musiche eseguite da Marco Castelli (pianoforte e voce) e Marco Gnemmi (sassofono). Alla serata hanno partecipato il figlio Carlo Castiglioni, presidente della Fondazione, e l’architetto Gianfranco Cavaglià storico collaboratore di Achille Castiglioni.
Scopo della “performance” era presentare il particolarissimo modo di relazionarsi con la quotidianità e con il “sentimento” della gente – che era alla base del progetto di Achille Castiglioni – riprendendo una sua lezione sul rapporto tra cultura, esigenze sociali, produzione industriale e utenza.
Si prende in esame la canzone come elemento della cultura popolare, come strumento di mediazione fra significato – il testo, in questi casi mai indifferente ma relativo a momenti storici o a temi sociali, politici o semplicemente emozionali di rilievo – e significante: la musica, nella sua versione “leggera” come la più diretta e coinvolgente. Le sensazioni percepite dalla gente con questo tramite sono dello stesso segno che il progettista deve saper comunicare attraverso gli oggetti che avvia alla produzione e al consumo.
“Ne esce un programma omogeneo solo sotto il profilo emozionale (…) una provocazione alla necessaria sensibilità del progettista al momento storico che vive e che deve essere in grado di interpretare attraverso tutte le espressioni della cultura e del sentimento popolare”, come annota Bettinelli in “ La voce del maestro”, Ed. Corraini.
L’esperimento di questo modo nuovo e sicuramente più coinvolgente di “fare formazione” e di “fare cultura” è sicuramente riuscito ed è anche andato oltre le più ottimistiche aspettative, sia in termini di risposta di un pubblico eterogeneo, attento, e partecipe – non costituito da soli architetti o designers – sia da quanto emerso a caldo dai commenti dei presenti.
La “voce” di Eugenio Bettinelli ha condotto in un affascinate viaggio nel tempo sul Progetto, illustrando alcune opere del maestro, sottolineando ancora una volta l’intelligenza che occorre per “fare” un oggetto e più in generale per progettare.
Le musiche, appropriate, hanno dato alla serata un’atmosfera quasi surreale. Gli interventi del figlio Carlo, con la presentazione di alcuni oggetti progettati da o dai Castiglioni, hanno arricchito questi momenti magici.
Le ultime considerazioni dell’architetto Gianfranco Cavaglià sul Progetto e su Achille hanno concluso la serata e hanno ricordato come in ogni oggetto progettato dal grande maestro vi sia celato un regalo, una sorpresa che lo stesso Achille Castiglioni ha fatto a ogni suo fruitore e a ognuno scoprire quale.