CAPERGNANICA – Santa Messa per la “santificazione del lavoro” celebrata dal vescovo Daniele alla Lumson

Un momento della Santa messa di "santificazione del lavoro" celebrata dal vescovo daniele nel nuovo insediamento della Lumson a Capergnanica

Il vescovo Daniele è stato ieri pomeriggio nel nuovo insediamento della Lumson, a Capergnanica, per un momento d’incontro con il mondo del lavoro, promosso – come già lo scorso anno all’Icas di Vaiano – dalla commissione diocesana per la Pastorale sociale e del lavoro.
L’iniziativa è inoltre l’occasione per celebrare insieme a imprenditori e loro collaboratori la Santa Messa di “santificazione del lavoro”, proprio in uno spazio dove si svolgono le quotidiane attività.
Il cav. Remo Moretti, fondatore dell’azienda nel 1974, nel dirsi onorato d’accogliere il Vescovo ha sottolineato come il nuovo insediamento sia “un’altra tappa che ci proietta nel futuro e immerge nella trasformazione della cosiddetta 4a rivoluzione industriale”; orgoglioso del “coraggio, saggezza e visione del futuro” del figlio Matteo, che ormai da qualche anno la guida con mano sicura. E che ha riepilogato la filosofia cui s’attengono le relazione in Lumson.
A sua volta il vescovo Daniele ha ringraziato la famiglia Moretti per l’ospitalità e le autorità presenti civili e militari convenute, oltre alle maestranze. E nell’omelia, prendendo spunto dall’incontro con l’arcivescovo di Taranto all’assemblea della Cei, da cui è rientrato l’altra sera, ha proposto alla riflessione le parole di papa Paolo VI che 50 anni fa ha celebrato – per la prima volta nella storia dei Papi – la Santa Messa di mezzanotte del Natale in quelle acciaierie. Allora il Papa evidenziava “la fatica e la difficoltà” della Chiesa a farsi capire, o meglio “a comprendere” il mondo del lavoro: “Diciamo che siamo fratelli e amici, ma sarà poi vero in realtà?”, s’interrogava a voce alta il pontefice.
“Il lavoro e la religione – faceva osservare ancora il Papa – nel nostro mondo moderno sono due cose staccate, separate, a volte anche opposte. Benché questa opposizione non abbia ragion d’essere.”
E spiegava poi perché un avvicinamento era possibile.
Ebbene, “a 50 anni di distanza – ha sottolineato mons. Gianotti – le cose sono cambiate e ora c’è un tentativo di comunicare, incontrarsi e capirsi. La stessa Settimana Sociale, tenuta lo scorso novembre a Cagliari, esprime questo interesse della Chiesa per le realtà del mondo del lavoro. È in tutti i vescovi c’è l’attenzione a questo tema. che resta fondamentale, complesso e anche difficile in molte zone del Paese.”
Nell’assicurare il proprio grande interesse a conoscere queste realtà e ad essere vicino, ha esortato i presenti a “vivere la complessità che va incontro a sfide e problematiche che solo con l’aiuto e la collaborazione di tutti possono essere affrontate”. Indicando inoltre come indispensabile, per “accettare i ritmi difficili” del lavoro in aziende che si rapportano con tutto il mondo, “unire le competenze diverse: imprenditoriali, sociali… ma anche di chi, come la Chiesa, si vuole fare attenta alla crescita delle comunità e dare un aiuto; perché il lavoro sia parte di quello che per il credente è il disegno complessivo di Dio per l’uomo e per il mondo”.
“Sono qui per dirvi la disponibilità mia e della diocesi a collaborare per una crescita vera dell’uomo in tutte le sue situazioni: di vita, lavoro e imprenditorialità.”
“Gesù ha lavorato per gran parte della sua vita, immergendosi nella quotidianità dell’uomo. Ricordare che Dio si è fatto lavoratore – ha concluso – sia di sostegno, consolazione e di aiuto a prender sul serio le sfide con pazienza e lungimiranza.”