FRATE NICOLA ZUCCHI: presentato il suo Diario (1741-1752)

Un momento della presentazione del Diario dello Zucchi

Presentato oggi pomeriggio alle 16.30, presso la Sala Cremonesi del Museo Civico, l’ultimo volume pubblicato dalla Società Storica Cremasca e curato da Marco Nava e Nicolò Premi (presidente della Società): Bernardo Nicola Zucchi. Diario (1741-1742). Numeroso il pubblico interessato a questo nuovo interessantissimo volume, riscattato dal silenzio – grazie a un’idea di Matteo Facchi, conservatore del Museo cremasco – della Biblioteca di Crema, resa finalmente fruibile dal lavoro del direttore don Giuseppe Pagliari. 

I due curatori del volume, hanno illustrato il metodo di compilazione del Diario da parte dello Zucchi e la questione delle copie codicologiche presenti nelle biblioteche diocesana e comunale.

Bernardo Nicola Zucchi era un frate agostiniano che giunse al convento di Sant’Agostino di Crema, casa dell’Osservanza di Lombardia, nel 1710, provenendo dal convento di Bassano del Grappa. Verrà eletto priore del convento cremasco nel 1722. Negli anni della sua presenza scrisse una dettagliata cronaca di tutto quanto avvenne nella città di Crema e nel suo territorio dal 1741 fino al 1752. Non si tratta di una cronaca continua, ma di una somma di tanti piccoli eventi, narrati giorno per giorno (al termine dell’anno l’autore fa una sorta di riassunto dei fatti più importanti legati soprattutto all’avvicendamento delle stagioni agricole).

Il volume è stato presentato dal prof. Emanuele Pagano  dell’Università Cattolica di Milano. “Il Diario dello Zucchi consiste in un flusso continuo di avvenimenti la cui parte principale è occupata dal culto, ma anche dalle stagioni agricole. Non manca l’attenzione all’attività delle autorità politiche e religiose.”

Diversi quindi gli spunti di ricerca. Ma il relatore si è soffermato su due temi: il controllo del territorio (forze armate, presidi) e la politica sanitaria e annonaria.

Quelli registrati dallo Zucchi furono anni di guerra per l’Europa anche se Venezia ha cercato sempre di mantenere una neutralità armata, con continui movimenti di truppe, registrati dal frate agostiniano, nell’intento di preservare il territorio Cremasco da invasioni nemiche, dall’arrivo di sbandati e mendicanti. 

Nella piccola città di confine della Serenissima, erano presenti, in quel periodo, da 100 a 500 soldati, ospitati nel castello, ma anche nei conventi, compreso quello di Sant’Agostino.

Il secondo interesse dello Zucchi è la politica sanitaria e annonaria di Venezia. Racconta le continue ondate di peste bovina e le politiche di quarantena e di chiusura delle strade e delle zone, dei blocchi che si attivavano periodicamente.

Nella politica annonaria risulta il rigido dirigismo economico veneziano. Numerosi i controlli: tutti i salumi e il pesce – ad esempio – dovevano passare da Venezia prima di arrivare a Crema per essere venduti. 

Importante il settore del grano e delle farine, gestito dalla aristocrazia locale che aveva anche la responsabilità dell’annona. 

Pagano ha ricordato in particolare la celebre sommossa popolare scoppiata nel 1750, perché il deposito pubblico era sguarnito e mancava il grano.

In realtà una protesta soft di un paio di giorni, senza morti e contusi. A Venezia la notizia arrivo gonfiata e la Serenissima reagì con il pugno di ferro, mandando un provveditore che procedette ad arresti. Vennero processati e impiccati tre presunti capipopolo, “ribelli di stato”, in realtà brave persone. Lo Zucchi racconta la messa in scena della condanna a morte. Venezia farà poi marcia indietro cercando di riparare all’errore.

Ha concluso l’incontro il prof. Marco Bernuzzi, curatore del Diario analogo di Donato Calvi.