Aperta dalla partecipazione alla Santa Messa in cattedrale, la Festa della Liberazione in città ha avuto il momento istituzionale al famedio, dove i partecipanti sono confluiti accompagnati dalla banda “Giuseppe Verdi” di Ombriano. In testa le bandiere e i labari delle associazioni d’arma e combattentistiche, seguite dal sindaco Stefania Bonaldi in fascia tricolore, affiancata dagli assessori Cinzia Fontana e Matteo Gramignoli, dalla presidente del Comitato di promozione dei principi della Costituzione italiana Graziella della Giovanna, dal consigliere regionale Marco Degli Angeli, dai rappresentanti delle forze dell’ordine locali e da numerosi cittadini.
Eseguito l’Inno degli Italiani e deposta la corona d’alloro sotto lapide dei caduti per la libertà, il sindaco ha espresso il “forte senso di riconoscenza verso tutti coloro che in quei giorni del 1945, si sono messi nelle mani dei loro carnefici per consentirci di gioire di questo cielo e di questa terra”. E ha invitato tutti a recarsi in questa giornata “al cimitero, come scelta individuale, non come rito collettivo, raccogliendoci nel silenzio mentre pensiamo a quelle giovani vite che di primavere ne videro davvero poche”.
“Se non ci è chiaro il prezzo che fu pagato perché noi potessimo godere i doni della democrazia e della libertà – ha sottolineato – allora questa giornata non serve a molto. Anzi, diciamocelo senza ritualismi, non serve proprio a nulla, e serve ancora meno se alimentiamo inospitalità e razzismi, se neghiamo agli altri quelle libertà alle quali noi non rinunceremmo mai, quei diritti fondamentali così ben declinati all’inizio della nostra Costituzione.”
“La libertà degli altri e i loro diritti, sono questi i terreni che dobbiamo presidiare, su cui i fascismi di oggi, spesso mascherati dietro il perbenismo o lo zelo ipocrita della difesa dei nostri territori e delle nostre tradizioni, cercano di farci regredire”, ha aggiunto. Ribadendo poi con forza: “Noi diciamo No a questi nuovi fascismi dissimulati, assai più pericolosi di quelli palesi.”
“Apriamo gli occhi, teniamoli sempre vigili – ha esortato accorata – contrastiamo l’indifferenza, a partire da noi stessi, coltiviamo la resistenza, intesa appunto come vigilanza, come attenzione, come apertura, come sguardo sul mondo così com’è, non come lo raccontano le mitologie violente dei nuovi fascismi.”
Nel sostenere che il 25 aprile “non è il giorno dello scampato pericolo una volta per tutte”, ha puntualizzare che è piuttosto “il giorno in cui ci si invita a separare gli amici della democrazia dai suoi nemici, a diffidare di chi dice di essere preoccupato per noi ma in realtà vuole solo il nostro cuore e il nostro voto”.
E ha quindi concluso augurando “buona riflessione e buona liberazione a tutti”.
A sua volta il presidente dell’Anpi Crema, Paolo Balzari, ha ribadito con forte determinazione la necessità di prestare massima attenzione e contrastare le “organizzazioni neo fasciste che si radicano nel tessuto sociale fiaccato da 10 anni di crisi economica e tensioni sociali, diffondendo insicurezza e paura e sfruttando l’immigrazione di massa”.
Chiusa la cerimonia ufficiale, i convenuti hanno raggiunto la soprastante sala Ricevimenti per assistere alla proiezione del documentario “Scintille di Costituzione”, con protagonisti tanti giovanissimi studenti.
E, come ormai consuetudine, la festa è poi proseguita nel pomeriggio con la tradizionale biciclettata promossa dall’Anpi e che, fatto tappa in alcuni luoghi significativi della città per essere stati teatro di azioni collegate alla resistenza e alla liberazione, ha raggiunto Izano per ritrovarsi con altri gruppi di Comuni del circondario; e con la mostra dedicata a lavori realizzati dagli studenti sulla Resistenza, allestita nei chiostri del Sant’Agostino, dove s’è tenuto anche un concerto.