GIOVEDÌ SANTO: la lavanda dei piedi in cattedrale

Il vescovo Daniele lava i piedi a un immigrato

Ha lavato i piedi a 14 giovani assistiti dalla Caritas tra cui alcuni immigrati il vescovo Daniele questa sera alle ore 18.30 in cattedrale nella Messa “In coena Domini” (la Cena del Signore): la tradizionale lavanda dei piedi, ricordando il gesto compiuto da Gesù nell’ultima cena, proclamato poco prima nel Vangelo. In chiesa anche i bambini della parrocchia della Cattedrale che riceveranno la prima comunione.

Nell’omelia, commentando il brano di Giovanni, mons. Gianotti ha sottolineato la frese: “nella notte in cui veniva tradito”. Gli evangelisti ci raccontano il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la fuga di tutti gli apostoli. Gesù sapeva tutto questo. “E cosa avrebbe potuto fare”” si è chiesto. “Scappare, punire, chiamare un schiera di angeli?” No, invece ha reso grazie, donandoci l’Eucarestia che significa proprio rendimento di grazie.

E non si è trattato solo di pronunciare parole o di celebrare riti, di restituire se stesso a Dio dal quale tutto ha ricevuto. In questo rendere grazie si riassume tutta la sua vita.”

Il vescovo ha continuato affermando che “in questo rendimento di grazie Gesù prende tutti noi con se, allargando le braccia sulla croce.”

“Partecipare all’Eucarestia è fare del rendimento di grazie la regola della nostra vita: la vita è tutto dono di Dio che noi gli restituiamo. Non solo con le parole, ma vivendo una vita che è tutta ringraziamento a Dio.

Chiediamo la grazia – ha concluso – di fare di tutta la nostra vita un rendimento di grazie a Dio.”

La celebrazione dell’ultima Cena s’è celebrata in tutte le parrocchie delle diocesi a diversi orari.

Dopo la Messa l’Eucarestia è stata riposta in un altare laterale. Tutti gli altari sono stati spogliati delle tovaglie, tolti i candelabri, i fiori e ogni ornamento, per creare quel clima di dolore che accompagna il venerdì santo. Anche le campane hanno suonato al canto del Gloria e taceranno fino al Gloria della notte di Pasqua.