di GIORDANO ALLANCONI
I giovani di oggi non lo ricordano, ma tanti anni fa c’era una colonia alpina cremasca a Vezza d’Oglio. Due erano le colonie nostrane, una in montagna appunto a Vezza e una al mare, a Finalpia. In tempi in cui poche famiglie potevano permettersi una vacanza, le colonie erano una bella occasione per far passare a figli e figlie un periodo di svago in gruppo.
Partivano da Crema in piazza Roma (l’attuale piazza Moro) i pullman per Vezza, e una volta giunti a destinazione venivano formate le squadre. Tre maschili: piccoli, mezzani e grandi; e tre femminili: piccole, mezzane e grandi. Sei squadre a luglio, sei squadre ad agosto, sei squadre a settembre. Un bel movimento!
Con noi c’erano come assistenti mons. Giovanni Scalvini, che è morto troppo presto (nel 1972), e don Francesco Fusar Poli, scomparso di recente (nel 2013). Lo cercai anni fa e, in un pomeriggio d’estate, pensai d’averlo trovato alla chiesa della Madonna delle Grazie: era invece il professore don Guerini che passava sempre da Bolzone in bici. Mi disse: “Non sono io quello che tu cerchi. Don Francesco è impossibile incontrarlo perché vive a Roma e fa l’avvocato rotale.”
A Vezza c’era poi suor Clementina. E c’era Mirella Sgaria di Passarera, assistente del mio gruppo nel 1962, come si vede nella foto. Vive ancora a Crema con il fratello don Mauro: allora segretario del nostro vescovo mons. Cambiaghi che mi ha cresimato il 9 novembre 1958… Giovanni XXIII era appena stato eletto papa da 12 giorni! A Ferragosto del 1962, ce l’ha portato a Vezza il vescovo Cambiaghi, assieme ai vescovi di Como, Bergamo e Brescia.
Nel 1961 assistente della nostra squadra fu Carla Ferrari (vedi foto) di Ripalta Nuova. Visse poi a Capergnanica, sposata e con una figlia. Ora però sia lei che il marito non sono più tra noi.
Inoltre, come assistente di una squadra di bambine c’era anche una giovane che poi si fece suora. Era una Bettinelli, figlia di un bolzonese, bersagliere, morto da poco all’età di 100 anni. Lei era nata a Passarera Corta e aveva una particolare attenzione e simpatia per noi di Bolzone, paese d’origine della sua famiglia, arrivata appunto a Bolzone ai primi dell’800 da Bagnolo Cremasco (notizie tutte che ho trovato in archivio).
A Vezza d’Oglio la colonia cremasca è durata fino al 30 settembre 1962. Nel 1963 si è trasferita a Branzi. Poco tempo fa, con notevole stupore, ho letto su un vecchio numero del Nuovo Torrazzo che a Vezza d’Oglio i cremaschi andavano già nel 1950, c’è ancora una foto che lo ricorda.
A migliaia sono passati da quella casa a 1.080 metri in val Camonica, comprese numerose assistenti, suore, cuoche e lavoratrici.
Ci saranno ancora parecchi con i capelli grigi che leggendo questa pagina diranno, sgranando gli occhi: “Ecco… ecco… ecco…!”
Al mattino si faceva la colazione poi andavamo tutti in fila per lunghe passeggiate; a mezzogiorno si tornava, si pranzava, si faceva un sonnellino e poi si stava nel campo a giocare. Vi erano giorni in cui le suore facevano un po’ di catechismo.
Nel campo, a quei tempi, non c’erano ancora “giochi” tipo altalene, scivoli, tunnel ecc., c’erano solo palla, carte e il salto della corda per le bambine. Ricordo che dalla mensa al refettorio, dalla cappella alle camerate, dalla sala soggiorno ai servizi e alla lavanderia c’era una pulizia, un’igiene e un ordine veramente straordinari!
Ancora una lode, dopo tanti anni, a tutte le lavoratrici, alle suore, alla suora medico infermiera e alla “grassa” suora della lavanderia!
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La colonia Cremasca di Vezza d’Oglio era una struttura gestita dalla Pontificia Opera di Assistenza (POA).
La Pontificia Commissione di Assistenza (PCA) fu istituita nel 1944, in piena guerra, da Papa Pio XII, con l’intento di assistere i profughi e di provvedere alla distribuzione degli aiuti provenienti tramite il Vaticano, dagli USA.
Nel 1953 la PCA venne trasformata in Pontificia Opera di Assistenza, con un proprio statuto dato dalla Santa Sede. La POA venne sciolta nel 1970 da Paolo VI che giudicò esaurito il suo compito iniziale. L’anno dopo la Conferenza Episcopale Italiana diede vita alla Caritas Italiana, l’organismo pastorale di promozione dell’attività caritativa della Chiesa.
L’antenata della Caritas gestiva dunque case di ferie per bambini e bambine, tra cui quella cremasca di Vezza d’Oglio.
Numerosi i cremaschi che la frequentavano. A tutti veniva data una divisa che portava sul petto uno stemma con la scritta POA, Pontificia Opera Assistenza.
Quando la POA lasciò la casa di Vezza d’Oglio, nella stessa località, ma in un edificio diverso, appena fuori dal paese, l’Azione Cattolica Cremasca aprì una propria casa. Per molti anni fu presidente la maestra Mariani, per altri due Anna Mauri, al tempo di mons. Carlo Manziana.
L’Azione Cattolica organizzava campi scuola per i ragazzi iscritti e gestiva – nella stessa casa – una pensione estiva per cremaschi e non.