FONTANA È IL NUOVO GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA

Il governatore Attilio Fontana

Attilio Fontana, candidato del Centrodestra, è il nuovo governatore della Lombardia.

I dati ancora parziali gli danno ormai la certezza della vittoria con un consistente 49,74% dei voti.

Giorgio Gori del Centrosinistra ha ottenuto il 29,09%, mentre il grillino Dario Violi s’è fermato al 17,36%.

Un risultato chiarissimo per Fontana che permette alla Lombardia di mantenere la continuità con il precedente governo di Roberto Maroni anch’egli di Centrodestra.

Pubblichiamo i dati delle votazioni avvenute a Crema, dove Fontana vince, ma con uno scarto inferiore rispetto a quello registrato nell’intera Lombardia (cliccare sullo spazio sottostante).

 

Pubblichiamo di nuovo l’intervista che avevamo fatto a Fontana (e agli altri due candidati) prima delle elezioni e pubblicate sul nostro giornale cartaceo quindici giorni fa.

INTERVISTA A FONTANA

L’avvocato Attilio Fontana, nato a Varese nel 1952, si è laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano. Ha debuttato in veste di amministratore pubblico nel 1995, quando è stato eletto sindaco a Induno Olona. Nel 2000 è approdato al Pirellone, come consigliere regionale. È stato sindaco di Varese dal 2006 al 2016. Ora è candidato presidente del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia. Gli rivolgiamo le nostre domande.

La legislatura regionale precedente si è chiusa con l’avvio di una delle più delicate e complesse fasi della riforma sanitaria lombarda: quella della presa in carico di pazienti con patologie croniche. Una fase abbastanza farraginosa da far comprendere ai destinatari, soprattutto anziani e famiglie, e che sembra assumere carattere ancora più difficile per via del progressivo pensionamento di tanti medici di medicina generale. Come pensate di intervenire al proposito?

“Il Medico di Medicina Generale è il primo riferimento di incontro tra il cittadino e la cura e dunque rappresenta un valore aggiunto del nostro sistema sanitario. Occorre recuperare e promuovere la figura del MMG, poiché forse se ne è persa nella visione comune la reale importanza: la nostra riforma deve assolutamente ridare al medico di base quel ruolo che gli è proprio, di primo riferimento della persona, soprattutto per l’avviata fase di rivoluzione della “presa in carico”. Evidenziare questo ruolo potrà stimolare l’attenzione dei giovani medici, avviandoli alla scelta di una carriera che erroneamente magari considerano meno importante del chirurgo”.

Quello dell’immigrazione ha finito con l’assumere i contorni di un tema relativo alla sicurezza, con il noto carico di polemiche e contrapposizioni. Eppure la Costituzione italiana continua ad assegnare alle Regioni competenze legislative in materia di servizi sociali e di integrazione. Intendete dare attuazione a queste linee così da incanalare il dibattito (oggi divisivo) su progetti che vadano oltre la dimensione emergenziale ?

“Il Procuratore generale di Brescia Pier Luigi Maria Dell’Osso, quindi non un pericoloso estremista, giusto pochi giorni fa ha ribadito con fermezza come l’immigrazione clandestina rappresenti un pericolo concreto per la sicurezza dei cittadini. Bisogna dunque fare chiarezza: gli immigrati regolari, che in Lombardia sono 1 milione e 200 mila, hanno la possibilità di accedere a tutti i servizi e la Regione Lombardia ha dimostrato di essere un modello nazionale nell’applicazione dei percorsi di integrazione verso coloro che vogliono rispettare le nostre regole. Discorso diverso per le decine di migliaia di clandestini che sono arrivati in Lombardia in questi anni. Chi non ha diritto a rimanere deve essere rimpatriato immediatamente, come prevede la legge, a tutela della sicurezza dei lombardi. Su questo non si può transigere”.

La Lombardia continua a essere la locomotiva economica del Paese e una delle regioni più dinamiche negli scenari europei. Nonostante questo, però, non c’è territorio da cui non si levi il grido di allarme di associazioni di categoria per tanti temi irrisolti. Quali sono i vostri programmi (e le relative risorse) per sostenere il mondo della produzione lombarda, per incrementare i dati occupazionali, per dare concreta speranza di futuro professionale ai giovani? 

“In Lombardia, grazie al tessuto produttivo dinamico e alle politiche del centrodestra che hanno saputo creare le migliori condizioni anche per far fronte alla più grande crisi economica del Dopoguerra, non solo siamo riusciti a superare la crisi ma anche a riportare l’occupazione ai livelli pre crisi. Già nel primo trimestre del 2017 la Lombardia ha raggiunto e superato i livelli di occupazione precedenti la crisi economica del 2008, realizzando il nuovo record assoluto relativo al territorio regionale: gli occupati nel 2017 sono stati oltre 100mila in più rispetto al 2008 (4.400mila contro i 4.300mila).

Le PMI rappresentano sicuramente il perno intorno al quale costruire le nostre politiche sia di sviluppo che occupazionali. Proprio per questa ragione, in una logica di sistema, è stato costruito un modello di integrazione tra la formazione e il lavoro basato sull’apprendistato ed è stata valorizzata tutta la filiera professionalizzante nei settori di punta del Made in Italy.

Crediamo che la risposta al problema della disoccupazione giovanile e di quel 18% di giovani che non studiano e non lavorano sia da ricercare in un approccio di anticipazione del problema, avvicinando i più giovani al mercato del lavoro ancora prima del termine degli studi.

Per fare questo abbiamo costruito una rete che si fonda sui due pilastri fondamentali del sistema duale di integrazione tra la formazione e il lavoro e delle politiche attive del lavoro in grado di accompagnare le transizioni dalla formazione al lavoro o da un lavoro all’altro”.

Nella lunga stagione di difficoltà economica i territori hanno scoperto che la cultura e la valorizzazione dei patrimoni locali, possono essere una valida alternativa a certezze di un passato ormai archiviato. Non mancano anche in questo settore la fatica di tante realtà emergenti e non. C’è da registrare le difficoltà in cui versano parrocchie, privati e altre realtà nel recupero di importanti patrimoni storico-artistico-culturali che potrebbero essere volano per lo sviluppo turistico/culturale di tanti territori. Quali i vostri progetti e le vostre risposte al proposito?

“La Regione Lombardia non ha mai fatto mancare la sua presenza quando si è trattato di sviluppare politiche che valorizzino l’enorme patrimonio culturale lombardo anche in ottica economica ed occupazionale. La cultura, infatti, ha sul resto dell’economia un eccezionale effetto moltiplicatore, partendo dal settore turistico-ricettivo, ma anche commerciale e dei servizi.

Credendo fermamente che il settore culturale possa diventare sempre più un volano di sviluppo e di promozione del territorio, la Lombardia ha intrapreso negli anni delle politiche specifiche di integrazione. Ha introdotto lo strumento molto innovativo dei PIC (Piani integrati della Cultura), per la creazione di partnership territoriali o settoriali di implementazione dei progetti di valorizzazione.

Anche per quanto riguarda i progetti di recupero e restauro di parrocchie ed immobili privati di valore storico-culturale molto è già stato fatto. Nel corso della legislatura regionale che va a concludersi sono stati proposti dei fondi di rotazione di grande successo, con delle linee specificatamente destinate alla riqualificazione di chiese o di immobili di enti ecclesiastici.

L’obiettivo per il futuro è senza dubbio quello di potenziare questi strumenti di intervento, nonostante le normative statali rendano sempre più difficoltosa l’assegnazione di fondi di investimento pubblici a realtà private”.

Veniamo alla scuola. È nota la discriminazione economica esistente tra scuole statali e scuole paritarie, tutte dichiarate pubbliche dalla Legge 62/2000. Per permettere ai genitori di esercitare veramente il diritto di scelta, viene proposta la soluzione del costo standard di sostenibilità. Quale la vostra posizione? E intendete mantenere nel frattempo la “Dote Scuola”?

“Regione Lombardia ha fatto, da sempre, del principio di libera scelta il pilastro su cui impostare tutte le sue politiche: dall’integrazione pubblico-privato in sanità, all’ambito scolastico. È un fondamento da cui non intendiamo derogare, dato che rappresenta anche uno dei motivi per cui nella nostra regione possiamo vantare aree di eccellenza riconosciute non solo dall’intero Paese, ma anche nel mondo.

La Regione Lombardia ha già introdotto il criterio del costo standard per sostenere la Formazione professionale e il sistema della Dote scuola per favorire la libera scelta delle famiglie, garantendo un sostegno economico importante per il pagamento delle rette nelle scuole paritarie. L’adozione istituzionale del costo standard per studente sarebbe una scelta ottimale, ma un intervento di questo genere è fattibile solo a livello statale. Tuttavia uno degli obiettivi dell’Autonomia riguarda anche i servizi scolastici. Dobbiamo puntare a migliorare il sistema e pensare anche alla strada istituzionale del costo standard se avremo tutte le risorse e le competenze che l’autonomia ci darà”.

La linea ferroviaria Cremona-Treviglio-Milano, con un binario unico fino a Treviglio, è assolutamente insufficiente, come ha drammaticamente dimostrato anche il recente disastro di Pioltello: si può intervenire? Sul fronte della viabilità, sarebbe inoltre necessario il raddoppio della strada sul ponte dell’Adda, lungo la Paullese. 

“L’infrastruttura ferroviaria è di proprietà di RFI ed è, dunque, a questa che spettano gli investimenti e gli interventi di manutenzione. Nonostante questo, la Lombardia ha già finanziato nell’ambito del Patto per la Lombardia, il progetto per il raddoppio della linea ferroviaria Codogno-Cremona-Mantova. La mia filosofia è quella di rispettare e ascoltare le istanze del territorio. Se il territorio – cittadini, imprese – chiedono che sia migliorata la viabilità sul Ponte dell’Adda mi attiverò affinché sia valutata la possibilità di realizzare quanto richiesto. Il costo complessivo dell’opera ammonta a 18 milioni di euro. La copertura finanziaria è al momento garantita da Regione Lombardia per 16,5 milioni di euro. Rimangono da reperire 1,5 milioni.”