Umberto Cabini si dimette dal Consiglio d’amministrazione di Banca Cremasca e Mantovana. La notizia ormai rimbalza in città ormai da alcuni giorni. E a fronte delle supposizioni che hanno preso a circolare, Cabini ha accettato di rispondere ad alcune domande, spiegando in modo chiaro e inequivocabile le motivazioni.
Curriculum professionale di Umberto Cabini
Imprenditore molto conosciuto e stimato da tutti. Contitolare con il fratello della Icas di Vaiano Cremasco – azienda leader mondiale nella produzione di sistemi di cassettiere e attrezzature per negozi – nonché della Flyplast, attiva nel settore dello stampaggio di materiali plastici. Dal 2004 socio della Contract srl. Per sei anni presidente del Teatro
San Domenico di Crema. Ha guidato negli ultimi quattro anni l’Associazione Industriali della provincia di Cremona (ha passato le consegne lo scorso novembre al collega cremasco Francesco Buzzella) e nel quadriennio precedente quella delle Piccole Medie Imprese. Incarichi nei quali s’è prodigato nel promuovere l’innovazione, acquisendo esperienze significative.
Martedì della scorsa settimana lei si è dimesso dal Cda di Banca Cremasca e Mantovana. Una scelta… dirompente, non certo presa d’impulso, conoscendola
“Capisco che la scelta di dimettermi possa aver sorpreso, ma confermo che non è stata improvvisa. Non è stata frutto di una reazione emotiva, ma di una scelta razionale e maturata dopo alcune settimane di riflessione.”
In città stanno circolando diverse supposizioni. Non ritiene di stroncare storpiature spiegando le ragioni che l’hanno indotta a questo passo?
“Poiché sono supposizioni, è evidente che la fantasia ha un ruolo importante in queste ipotesi. Ora, non avendo mai rilasciato dichiarazioni al riguardo posso assicurare che molte di queste voci sono prive di fondamento. Colgo l’occasione per precisare il motivo delle mie dimissioni. Mi sono dimesso perché dopo l’incorporazione della Banca Mantovana sono state fatte scelte operative sul modello dell’istituto incorporato che, a mio avviso, non migliorano il lavoro degli amministratori. Se a questo si aggiunge che per realizzare tale cambiamento sono stati investiti dei soldi, mi capisce che non posso avvallare questa scelta. In sostanza si è fatto un investimento che ha peggiorato il lavoro degli amministratori. Mi sono inoltre trovato in disaccordo con la proposta del presidente di aumentare la retribuzione del nuovo direttore, proposta poi approvata.”
Le dimissioni la mettono però anche fuori gioco in un eventuale cambio al vertice della Bcc dopo tanti anni di presidenza Giroletti
“Non ho mai inseguito la ricerca di una poltrona. Se alcuni amministratori avevano pensato a me come futuro presidente, li ringrazio per la loro fiducia. Sono altresì convinto che tra gli attuali membri del consiglio di amministrazione ci siano persone in grado di guidare egregiamente la banca nel futuro.”
Avrebbe potuto imprimere un formidabile impulso alla banca e all’economia generale del territorio. Non sarà un’occasione perduta?
“Il fatto che mia sia dimesso, non significa che il mio impegno per il nostro territorio venga meno. Sono legato al Cremasco e continuerò a lavorare per sostenerlo. L’esperienza in banca è stata molto positiva e ringrazio i soci che mi hanno concesso questa opportunità. E comunque mai dire mai…”