CREMA – LICEO RACCHETTI-DA VINCI

Non è facile catturare l'attenzione continuativa di ragazzi di fascia d'età dai 14 ai 16 anni, eppure è quello che è perfettamente riuscito all'ispettore Alberto Casarotti, responsabile del Compartimento di Polizia Postale – sezione di Cremona, che lunedì 6 marzo presso l'aula magna in viale S. Maria della Croce ha tenuto una lezione agli alunni di diverse classi prime e seconde del Racchetti-Da Vinci, facenti capo al Liceo Scientifico, Linguistico, Economico Sociale, Scienze Umane. L'argomento ha riguardato “I rischi della generazione digitale”: contenuti quindi molto coinvolgenti per i ragazzi, come il cyberbullismo e la sua prevenzione.
E' stata fatta chiarezza e distinzione critica tra social media tradizionali e quelli digitali; tra i social media e i social network. Sono stati commentati i principali social media digitali (Whatsapp, Facebook, Instagram, Snapchat) soprattutto sotto l'aspetto di maggiore o minore 'protezione' che possono fornire a chi vi si iscrive. La lezione ha infatti mirato a rendere più consapevoli i ragazzi dei rischi che i mezzi di comunicazione digitali possono comportare, e della necessità di non sottovalutarne mai l'impatto, in particolare per la pubblicazione di fotografie, divenute il principale strumento universale di diffusione di notizie.
Le scuole da anni hanno promosso iniziative per poter dare ai ragazzi una capacità critica nei confronti dei rischi dalle varie dipendenze (dal fumo, dall'alcol, dalle droghe…); nell'elenco e a pieno titolo oggi si riscontrano anche le dipendenze dai mezzi informatici, in particolar modo dai social media. Diversi progetti-salute sono stati portati avanti con la collaborazione di esperti e funzionari dell'Azienda Sanitaria Locale, che nelle varie classi hanno articolato, documentato, esemplificato le conseguenze di tali dipendenze, sviluppando e ricercando con i ragazzi stessi le motivazioni della grande attrazione esercitata non solo dalle sostanze ma anche dai 'social'. Dotarsi di una capacità critica può aumentare la consapevolezza e quindi le difese. Lunedì mattina nell'aula magna del Liceo Racchetti-Da Vinci è stata la Polizia Postale – un ramo della Polizia di Stato – a dare il proprio prezioso contributo agli alunni.
Oggi i giovani e soprattutto gli adolescenti vivono la propria giornata con un'inquietante dipendenza dal proprio smartphone; perfino a scuola spesso bisogna riprenderli, perchè non sanno resistere alla tentazione di consultare questo potente mezzo di comunicazione, che soprattutto attraverso i nuovi media li connette con un numero troppo spesso incontrollato di persone o gruppi. Si è generata una vera e propria 'dipendenza' da questo oggetto, che da strumento e mezzo ricco di straordinarie potenzialità può trasformarsi in autentico despota verso chi lo usa, riducendone il proprietario a prolungamento del mezzo stesso, inducendolo a credere di essere incapace di esistere e relazionarsi ai propri simili nel caso ne fosse privato – o nel caso non 'apparisse' in qualche 'social'. (Siamo sicuri di non dover aggiungere tra i soggetti ad alto rischio di dipendenza anche le fasce d'età adulta?… l'utilizzo del cellulare mentre si è alla guida di un autoveicolo è ormai tra le cause principali di incidenti stradali…).
La rete di relazioni che i social media riesce a costruire e alimentare velocissimamente può trasformarsi in terribile incubo se si diventa bersaglio di comportamenti poco rispettosi da parte di singoli o peggio ancora di gruppi. Il fenomeno del bullismo, certo non nuovo nelle relazioni sociali soprattutto nelle fasce di età giovanili, con i nuovi strumenti di comunicazione può aumentare in modo esponenziale il proprio impatto negativo e la sofferenza psichica di chi viene esposto. Inducendo reazioni a volte estreme, nelle malcapitate vittime di ciò che è oggi definito il 'cyberbullismo'. Purtroppo sono già avvenuti diversi suicidi causati da questa tipologia di persecuzione; in Parlamento è all'oggetto una nuova legge per ridefinire la punizione di questo genere di reato.
Utilizzando esempi di casi di pubblicazione di fotografie lesive della dignità e dell'intimità della persona, l'ispettore Casarotti ha insistito sulla medesima corresponsabilità nel reato non soltanto da parte di chi pubblica, ma anche da parte di chi ricevendo non distrugge, o a sua volta diffonde. Ricatto, adescamento, detenzione e diffusione di materiale pedo-pornografico, truffa, estorsione… alcuni dei reati nei quali si può incorrere: definizioni che bruscamente ci ricordano che il mondo virtuale nel quale si 'naviga' è assai più reale e sensibile di quanto un semplice display non ci suggerisca. Citando diversi casi concreti che sono stati oggetto di attenzione da parte della Polizia Postale, l'ispettore dopo aver esemplificato i rischi ai quali si è facilmente esposti utilizzando inconsapevolmente internet e i social media, ha ribadito l'importanza della denuncia degli episodi di cyberbullismo di cui si venisse a conoscenza, riuscendo a conservare l'interesse e la vivace partecipazione degli studenti, che si è manifestata attraverso numerose domande.