Anche Fratelli d'Italia ha deciso di esprimersi in ordine alla Società cremasca reti e patrimonio. E lo fa entrando a pie' giunti sull'argomento, di fatto stroncandola.
“È ormai chiaro a tutti i cittadini che Scrp è giunta al capolinea”, è infatti l'inappellabile esordio. “Svuotata dalle reti e dal patrimonio, cerca di riciclarsi come società di servizi, ma nelle occasioni in cui è stata chiamata a svolgere questo ruolo – è il feroce giudizio – ha fallito in maniera netta ed evidente.”
Emblematica, viene poi rammentato nella nota inviata alla stampa, la vicenda della gara per l'appalto dei rifiuti. Un partita da 150 milioni di euro che “dopo tre anni, una pletora di consulenti pagati decine di migliaia di euro – evidenziano i responsabili di FdI – è ancora aperta, senza contare le furiose polemiche che hanno caratterizzato il percorso fino a oggi espletato”.
“Trasformare Scrp in una 'Consip' alla Cremasca, alla quale delegare le funzioni specifiche dei Comuni non ha senso”, è il commento caustico.
“Certo – vien fatto osservare – i Comuni soci non sarebbero obbligati a ricorrere a lei per ogni appalto, ma di fatto, è questo quello che, con la riforma dello statuto in atto, si intende ottenere. Con che vantaggi? Nessuno. È la storia di Scrp che lo dice.”
Ancora più grave, incalzano, è il fatto che “pochi Comuni con quote azionarie consistenti, anche se legittimati dalla norme che regolano le Spa, decidano sempre le scelte di Scrp e comunque indipendentemente dalla posizione dei piccoli Comuni”. Come successo con la gara rifiuti, si rammenta, “dove è stato imposto di inserite tra i servizi di base la pulizia del mercato, avversato da una parte dei soci che il mercato non hanno e che avevano sostenuto di mantenerlo tra i servizi facoltativi come da progetto iniziale”.
E la conferma del malessere che grava su Scrp per Fratelli d'Italia viene dalla “presa di posizione di questi giorni di alcuni sindaci che, senza mezze misure, prendono in considerazione il diritto di recesso per uscire dalla società”. Non trovando in essa alcun vantaggio né utilità.
“Come può essere società di servizi e di consulenza – chiosano sarcastici – se lei per prima ricorre ai consulenti per ogni stormir di fronda? E che vantaggio hanno i cittadini? Anche qui la risposta è nessuno.”
Non meno sferzante il giudizio politico su Scrp quale “luogo di aggregazione del Cremasco”: per Fratelli d'Italia “è quanto meno azzardato, se si considera che il sindaco di Crema Stefania Bonaldi ha definito 'pecoroni' un gruppo di soci non in linea con le sue scelte e che la stessa, insieme ad altri 24 colleghi, ha firmato una lettera di critica verso altri sindaci dissidenti sulla linea di Scrp”.
Ritenendolo quindi piuttosto “luogo di disgregazione”. Facendo fra l'altro rilevare che nel Cda della Società “siede un membro che risulta ufficialmente nello staff elettorale di Stefania Bonaldi, dimostrazione palese di chi è al servizio la Scrp”.
Sempre nella nota viene infine evidenziato che “sinora si sono espletate nel Cremasco gare d'appalto sulle reti di pubblici servizi affidate alla Cispel Lombardia, con minimo costo e buoni esiti”. E che per piccoli appalti ciascun Comune può provvedervi con il proprio segretario e dipendenti: vedasi i due Comuni non allineati, che senza costi aggiuntivi han già espletato la gara rifiuti, rammentano.
Per Fratelli d'Italia “è arrivato il tempo di aggregare Comuni limitrofi, per renderli in grado di espletare i propri appalti senza creare altre centrali di consulenza con consigli d'amministrazione di nomina politica”.
“Basta sprecare denaro dei cittadini. Scrp va abolita – è la drastica conclusione – e ai singoli comuni va devoluta la quota di capitale di propria competenza.”